Il carnevale della fantasia vietato ai maggiorenni
VENEZIA Fare musica con le bolle di sapone, accompagnati dal maestro Claudio Ambrosini in un vero e proprio happening dal nome appiccicosamente divertente e un po’ futurista “Balli delle belle bolle”. Stupirsi con l’“Ouverture des Saponettes, Concerto per bolle di sapone” seguendo l’eccentrico direttore d’orchestra Michele Cafaggi. E, ancora, vere e proprie magie - dove (stupore) matematica e fisica la fanno da intriganti padrone - “Nel paese delle bolle di sapone geometriche, per giocare, per capire, per sorprendersi” seguendo Michele Emmer. Ma anche tagliarsi e cucirsi da soli i costumi per la festa: e non quelli banali di Arlecchino e Colombina, ma abiti e maschere che non ha nessuno, seguendo i bozzetti realizzati da grandi artisti del Novecento. E, ancora, ascoltare e fare musica, con le mani e gli strumenti, con martelli e violini, con l’intero corpo, come farà il mimo e polistrumentista francese Jo Bullit in “Variété” sulle musiche di Mauricio Kagel, tra gusto della provocazione, acrobazie e divertimento. Quaranta laboratori al giorno e alcuni appuntamenti clou: un programma curioso e intrigante - “Vietato ai maggiorenni” - quello del “Carnevale Internazionale dei ragazzi. Il Leon musico” della Biennale di Venezia, dal 2 al 12 febbraio: un’edizione dedicata alla musica tra “Sperimentazione, tradizione e creatività”. E se sono stati 5400 i bambini e ragazzi provenienti da tutto il Veneto e il nord est che hanno partecipato ai laboratori del Carnevale 2012 della Biennale, sono 6 mila, di ben 120 scuole, gli studenti che si sono già prenotati per l’edizione 2013. Un calendario di appuntamenti che non è solo pensato dai “grandi” per i più “piccoli”, ma che è animato dagli stessi ragazzi, “I Magnifici”: 22 le scuole italiane che presenteranno un proprio progetto musicale, in questi giorni di Carnevale ai Giardini di Castello. E del conservatorio Benedetto Marcello laboratori per le scuole (Musiche narranti, percorsi di ascolto attivo) e per le famiglie (Musiche da abitare: paesaggi sonori da ascoltare, guardare, trasformare, danzare, cantare). Studenti e insegnanti che verranno a Venezia per divertirsi e far divertire alla scoperta della musica in tutte le declinazioni, anche a suon di bolle di sapone, seguendo percorsi proposti anche da realtà culturali, con le partecipazioni nazionali di Argentina, Germania, Romania, Usa, Bahamas, Gran Bretagna. E c’è da sperare che altri insegnanti - e le famiglie - vogliano far scoprire quest’opportunità ai loro studenti. «L’arte è qualcosa di complesso, che richiede desiderio di sapere e intensità di dialogo, conoscenza, ma deve partire da una certa familiarità: ecco, noi vogliamo abbattere le barriere psicologiche e culturali, la pomposità, quell’atteggiamento che troppo spesso la stessa arte contemporanea crea attorno a sé e mettere i ragazzi nelle condizioni di toccarla con mano», osserva il presidente della Biennale Paolo Baratta. Se è la curiosità che stimola la conoscenza, il gioco diventa un mezzo, uno strumento per avvicinarsi all’arte, ma non il fine ultimo di questo Carnevale: «Tra gli scopi della Biennale c’è certamente quello di avvicinare il pubblico, creare una dimestichezza con l’arte, togliendo la magniloquenza, ma senza faciloneria, eliminando le barriere che possono frenare la conoscenza, offrendo conoscenza e divertimento, anche se poi lo sforzo per capire e conoscere va fatto». Così, per questo Carnevale dedicato alla Musica - a coordinare quest’edizione il direttore del settore, Ivan Fedele - si sono pensati laboratori per produrre suoni con arnesi e strumenti, con le bolle di sapone, con il corpo. Concerti e spettacoli, ma anche una mostra - a Ca’ Giustinian - con 80 dei 350 bozzetti di maschere e costumi del patrimonio dell’Asac, firmati da artisti come Guttuso, Luzzati, Lecoq,Wittstein, Casorati e tanti altri, da vedere e da...copiare, nei laboratori di “alta moda” diCa’ Giustinian e di “prét-à-porter” ai Giardini di Castello. E il gioco umanitario “Freerice” delle Nazioni Unite, quiz che a ogni risposta giusta dona 10 chicchi di riso al World Food programme. Informazioni e programma sul sito www.labiennale.org.
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