Il caos spiagge, l’Ue boccia la proroga al 2020

No di Bruxelles alle concessioni erogate finora. Preoccupati i gestori del litorale: «Il nostro Governo deve intervenire»
Jesolo (VE):.La spiaggia..02/08/2001 © Light Image Studio..Morsego.
Jesolo (VE):.La spiaggia..02/08/2001 © Light Image Studio..Morsego.

JESOLO. Burrasca all'orizzonte per i balneari: la proroga delle concessioni sino al 2020 decisa dal governo italiano rischia di essere bocciata dalla Corte di giustizia Ue. Ieri è arrivato un primo pollice verso, infatti, dall'avvocatura generale di Lussemburgo, che nelle sue conclusioni ha ritenuto che la legge italiana sia contraria al diritto europeo. Perché, di fatto, crea una discriminazione tra gli operatori economici impedendo l'ingresso sul mercato ai nuovi entranti.

I gestori delle spiagge venete e friulane temono sviluppi negativi per le loro imprese che da anni vivono con la spada di Damocle delle proroghe non concesse. Qualche settimana fa Paolo Sacilotto di Federbalneari Veneto aveva lanciato l’allarme, pur contestato da altre associazioni per la sua negatività eccessiva che aveva evidentemente dei fondamenti. Riccardo Borgo, presidente del Sib, il sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, appare disilluso in merito all’ennesimo capitolo delle proroghe. «Non è che coltivassimo soverchie illusioni», spiega, «visto anche l’atteggiamento dell’avvocato generale durante il dibattimento. Il miracolo non si è avverato e ora vedremo quale sarà la sentenza della Corte di Giustizia che avremo tra qualche mese».

Già martedì prossimo a Carrara, in occasione di Balnearia, nell’assemblea unitaria indetta da Sib, Fiba, Assobalneari e Oasi, ci sarà una prima valutazione generale e le prossime mosse da compiere. «Intanto affermiamo con forza che questa avvisaglia nulla toglie all’impegno e alla determinazione nella difesa delle nostre imprese», prosegue Borgo, «alla volontà di Parlamento, Governo, Regioni e Comuni di lavorare alacremente su una legge di riforma condivisa, non in contrasto con la normativa europea, ma nemmeno succube delle strette maglie burocratiche europee, che tuteli davvero il futuro delle imprese e il lavoro delle nostre famiglie». I balneari esprimono tutta la loro preoccupazione sulla bocciatura delle proroghe e rivolgono lo sguardo al governo perché avvii una negoziazione con Bruxelles.

«Credo che mai come ora», ha commentato il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari, «sia necessario che il governo italiano, che ha da poco nominato il nuovo ministro per gli Affari Regionali Costa, si rechi a Bruxelles per negoziare con la Commissione europea un periodo transitorio non inferiore ai trent’anni come avvenuto in Spagna e Portogallo per tutelare il lavoro degli addetti delle 30.000 imprese balneari italiane». Resta comunque sul tavolo il riconoscimento degli investimenti fatti in questi anni e del valore aziendale nel caso le concessioni non fossero prorogate. «Questa vicenda delle concessioni demaniali va affrontata con grande cautela», dice l’onorevole Davide Zoggia (Pd), «anche perché ci sono a rischio investimenti e posti di lavoro. Una legge nazionale che disciplini per il futuro come gestire le concessioni balneari è necessaria, ma non può non tenere conto di quanto è stato fatto finora da chi ha gestito con passione e con grande impegno le spiagge soprattutto nel Veneto».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia