Il canone di “mamma Rai” ecco la tassa più odiata
Tasse, tanto detestate dai cittadini quanto puntuali a presentarsi sotto forma di fattura nella cassetta postale oppure di cartelle esattoriali o bolli cui far fronte con spese del valore di centinaia di euro ogni anno. Che queste tasse siano una delle cose più odiate dall’abitante medio non è una novità, spesso perché a fronte dei costi da affrontare gli enti pubblici o le società private non rispondono con servizi all’altezza. È una novità, invece, un dato che emerge da una piccola indagine svolta da Adico tra i suoi associati veneziani: la tassa più detestata risulta essere il canone della Rai.
Il dato emerge da una ricerca svolta tra i 243 cittadini che seguono le attività svolte dalla associazione mestrina presieduta da Carlo Garofolini. Nelle ultime tre settimane sono state coinvolte 133 persone via mail e 110 nella sede di Adico. Nel paniere delle possibili risposte sono state indicate cinque voci principali: il 32 per cento degli intervistati non ha avuto dubbi nel scegliere come tassa meno amata quella della televisione. Il 28 per cento ha indicato quella sulla casa, il 21 per cento i ticket sanitari, il 9 per cento le bollette dei servizi e il 4 per cento il bollo dell’automobile. Un 6 per cento degli intervistati ha dato poi altre risposte. Rispetto a una precedente e simile indagine, il canone Rai ha quindi superato le tasse sulla casa. Un fattore probabilmente anche psicologico dettato dal fatto che nelle ultime settimane di questo argomento se ne sta parlando parecchio, anche se, storicamente, il canone della televisione è sempre stato visto come una tra le tasse italiane meno apprezzate. Senza contare che, dati alla mano, è anche una di quelle maggiormente evase nel nostro Paese, arrivando a toccare punte anche del 90 per cento in alcune cittadine.
Molte le spiegazioni di chi ha indicato il canone come il nemico numero uno del portafogli: viene chiesta anche a chi non guarda la Rai; a chi ha un televisore che non utilizza; alle attività commerciali munite di strumentazione atta a ricevere; la bassa qualità dei programmi; le interruzioni pubblicitarie e la sponsorizzazione all’interno dei programmi; le grandi difficoltà nel disdire, nel contattare la Rai e i numeri a pagamento. «C’è stato un grande interesse per questa indagine sulle tasse», afferma Carlo Garofolini, presidente di Adico. «Il rapporto tasse-servizi è infatti percepito sempre peggio e le tasse vengono considerate sempre più odiose».
Simone Bianchi
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