Il Campiello a Cortina lancia un messaggio per tutelare il territorio

CORTINA. Se a Cortina si respira in queste settimane un’aria diversa dal passato, è toccato ad un sardo doc dirlo chiaramente, sabato pomeriggio. «La Sardegna? Dovrebbe imparare proprio da Cortina...

CORTINA. Se a Cortina si respira in queste settimane un’aria diversa dal passato, è toccato ad un sardo doc dirlo chiaramente, sabato pomeriggio. «La Sardegna? Dovrebbe imparare proprio da Cortina per tutelare il suo territorio».

Ha strappato un applauso immediato lo scrittore Marcello Fois, intervenendo sul palco del Cinema Eden, dove “Una Montagna di Libri”, la rassegna di incontri con l’autore, ha chiamato i finalisti del Premio Campiello 2012.

I cinque scrittori – Fois, appunto, e poi Francesca Melandri, Giovanni Montanaro, Carmine Abate e Marco Missiroli – hanno parlato delle proprie opere davanti a un pubblico di quasi trecento persone, presentati dal vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano. Da quest’anno, la tradizionale tappa cortinese del Campiello è ospite della rassegna ideata e condotta da Francesco Chiamulera e Vera Slepoj.

«A inizio luglio ci siamo trovati in una situazione difficile», ha detto Giandomenico Cappellaro, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. «Con il forfait dato all’improvviso da un’altra manifestazione rischiavamo di perdere il consueto appuntamento dei finalisti in Ampezzo. Ma non lo volevamo, crediamo fortemente in Cortina. Per fortuna “Una Montagna di Libri” ci ha aperto subito le porte».

Spazio poi ai veri protagonisti del pomeriggio letterario di Cortina, gli autori in gara, con le loro differenti inclinazioni. Pochi i personalismi, anzi, molto fair play tra i concorrenti (sono lontani i tempi degli eccessi focosi di un Antonio Pennacchi). Tra i vari ragionamenti spicca quello di Marcello Fois, intellettuale-scrittore di Nuoro, autore di “Nel tempo di mezzo” (Einaudi): «Cortina è piccola, ma ha dato in questi decenni una grande lezione al nostro Paese. Ha saputo tutelare il paesaggio e il territorio dalla speculazione e dall’edilizia indiscriminata. Urbanizzazione non significa solo costruire, ma anche conservare i territori inurbati. Ne sappiamo qualcosa in Sardegna, dove la pressione degli speculatori è molto forte e spesso, purtroppo, non le si è messo un freno. Ecco: la Sardegna da questo punto di vista dovrebbe imparare da Cortina».

Molti applausi e qualcuno azzarda: perché non lanciare un “ponte” ideale tra le due terre?

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