Il bus sostitutivo sbaglia strada
Chioggia. Salta il treno diretto a Rovigo, nuova odissea ieri mattina per i pendolari. Ritardi di un’ora
CHIOGGIA. Pullman al posto dei treni, autisti spaesati, ritardi di un’ora per arrivare a Rovigo e a Mestre. Nuova giornata di passione ieri per i pendolari della Chioggia-Rovigo e della Adria-Mestre che si sono ritrovati con le corse del mattino soppresse e autosostituite con gli inevitabili ritardi nei posti di lavoro e perdita delle coincidenze.
Un danno che si aggiunge alla beffa dell’aumento degli abbonamenti dal primo gennaio. Ieri mattina gli studenti e i lavoratori arrivati alla stazione di Chioggia per prendere la corsa delle 6.35 si sono ritrovati senza treno e con un pullman sostitutivo.
«L’ennesimo disservizio», spiega Silvia Lionello del comitato utenti ferrovie Chioggia-Rovigo, «già un pullman impiega 45 minuti in più del treno a fare la stessa tratta perché si devono percorrere strade strette, di campagna, dove le manovre sono complicate, se ci aggiungiamo come ci hanno riferito alcuni utenti che l’autista nemmeno conosceva il tragitto alternativo, si capisce l’agonia del viaggio. Ormai le sostituzioni succedono 2-3 volte a settimana. Noi non sappiamo mai se arriveremo o meno in tempo al lavoro, alcuni si svegliano prima e cercano di prendere la corsa precedente per essere certi che anche in caso di cancellazioni o autosostituzioni ci siano i margini per arrivare in tempo al lavoro o all’esame universitario, altri quando capiscono che c’è il pullman girano i tacchi e tornano a prendersi l’auto a casa. Così spesso paghiamo pure l’abbonamento per niente».
E proprio sull’abbonamento si scatena un ulteriore motivo di rabbia. Dal primo gennaio le tariffe sono state ritoccare. Per la tratta Chioggia-Rovigo un aumento di 1.60 euro al mese, passando da 63.60 euro a 65.20. «Un ulteriore schiaffo sulla faccia dei pendolari», spiega la Lionello, «si paga un abbonamento, onorando un contratto con la ditta, a fronte di un servizio, ma se quel servizio non è garantito mancano le premesse di base e si ha pure il coraggio di chiedere più soldi. Tanti pendolari non usano più il treno perché non potevano permettersi di ritardare sul posto di lavoro. Gli infermieri che lavorano a Rovigo a esempio si sono organizzati a turno con le auto perché i ritardi sono all’ordine del giorno». Giornata di passione ieri anche gli utenti della Adria-Mestre che hanno percorso un tratto in treno e uno in pullman accumulando ritardi su ritardi. «Il comun denominatore tra le due tratte», spiega la Lionello, «è la gestione, disastrosa, di Sistemi territoriali. Un appalto che da due anni sta causando disagi continui e non più tollerabili. La Regione deve rivedere la gestione, non ci sono soluzioni alternative». Ma ieri mattina la chicca è stata quella dell’autista del bus sostitutiva che a parere dei passeggeri non conosceva la strada da percorrere, allungando così ancora il percorso che in treno si fa in 45 minuti ma che in pullman diventa di quasi due ore.
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