Il bilancio del viaggio del Papa: «Venezia, un'esperienza meravigliosa»

Una visita straordinaria. Il parco di San Giuliano invaso da oltre 250 mila fedeli per ascoltare il Pontefice. Il richiamo al Nordest: "Non abbiate paura dell'immigrato" Emozionante la traversata in gondola
MESTRE.
A colpire è il «silenzio orante» dei 250 mila fedeli assiepati nel parco di San Giuliano per la grande messa all'aperto con Benedetto XVI, che è poi tornato a Venezia per l'assemblea ecclesiale nella Basilica di San Marco e l'incontro con la città nella Basilica della Salute. Nel parco mestrino di San Giuliano ieri mattina l'abbraccio con il suo popolo, con l'occhio che si perde nella moltitudine di gente. Il tifo da stadio per l'arrivo del Papa esplode alle 9.43 a San Giuliano, tra bandierine giallo-bianche che sventolano e campane a festa, in una giornata assolata e da incorniciare sul fronte dell'organizzazione. Ma si spegne subito perché arriva l'invito dagli altoparlanti dell'area liturgica a non esporre striscioni e a non applaudire durante l'omelia del Pontefice.


I numeri.
Trecentomila secondo il Patriarcato di Venezia, tra i 240 mila e i 250 mila (numero ottenuto per i raffronti con altri grandi eventi a San Giuliano come l'Heineken Festival) secondo il Comando della Polizia Municipale. I pellegrini hanno invaso il parco fin dall'alba a piedi, bicicletta (se ne sono contate almeno 15 mila, tre volte più del previsto), con i mezzi pubblici e con le 89 navette messe a disposizione da Actv. Tre i treni speciali. Benedetto XVI arriva al parco di San Giuliano in motoscafo alle 9.40 e sale sulla Papa mobile, subito la gente cerca di rompere i cordoni di sicurezza per avvicinarlo.


L'entusiasmo.
Ma arriva l'invito alla compostezza diramato attorno al grande palco che ospita l'altare che riproduce i mosaici dorati di San Marco e Aquileia. Il popolo di Ratzinger si placa e nelle due ore successive mantiene una compostezza quasi incredibile. È il «silenzio orante» di fronte al quale Benedetto XVI lancia il suo invito: «Siate Santi!».


L'omelia.
Nell'omelia Benedetto XVI si è calato nel disorientamento del Nordest di fronte alla crisi economica, alla modernità, e alle «inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamenti stessi dell'essere e agire» dell'uomo moderno. «Anche un popolo tradizionalmente cattolico - ha osservato - può avvertire i contraccolpi» di questa cultura, mentre l'arrivo di «lontani ed estranei» può suscitare «paura» e chiusure. «Il Nordest aspetta di svolgere un nuovo compito», gli aveva detto nel suo saluto il Patriarca di Venezia Angelo Scola. E questi nuovi compiti, dice Ratzinger, richiedono una fede che non si «svuoti della sua verità e dei suoi contenuti più profondi». Il Pontefice afferma: «Il problema del male, del dolore, e della sofferenza, il problema dell'ingiustizia e della sopraffazione, la paura degli altri, degli estranei e dei lontani che giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che noi siamo, portano i cristiani di oggi a dire con tristezza: noi speravamo che il Signore ci liberasse».


L'immigrazione.
La fede in Cristo anche di fronte a «immigrazione e nuove circostanze geopolitiche» deve rinsaldare quella «unità spirituale» che nei primi secoli cristiani emanò dalla Chiesa di Aquileia. È colorato di bianco e giallo il popolo dei fedeli. Ci sono scout, disabili, intere famiglie che arrivano da Padova, Udine, Trieste ma anche da molto più lontano: dal Kenia, e da tutte le chiese del Nordest. Le cita il vescovo Scola: Venezia, Trento, Gorizia, Udine, le Diocesi di Adria-Rovigo, Belluno e Feltre, Bolzano e Bressanone, Chioggia, Concordia e Pordenone, Padova, Treviso, Trieste, Verona, Vicenza e Vittorio Veneto ma anche le chiese di Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria, Como e Mantova. E la Baviera di Ratzinger. Bambini e ragazzi, adulti e ragazzi.


I curiosi.
Vicino alla porta Rossa fanno jogging o passeggiano i mestrini che non hanno partecipato all'evento. Gli altri stanno tutti ad ascoltare il Pontefice, nonostante il caldo e l'attesa iniziata per alcuni nel cuore della notte o dopo pellegrinaggi a piedi anche di 70 chilometri. Con il saluto del Regina Coeli la messa si conclude alle 12.30 e la gente accorre per salutare il Papa che torna al motoscafo per Venezia. Gioiscono i genitori della neonata che riescono a far accarezzare a Benedetto XVI nella papamobile.
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