Il Bellini danneggiato, esposto in Procura

È stato presentato dal visitatore che ha scoperto la pala nella soffitta del museo Diocesano

VENEZIA. La pala del Bellini danneggiata e messa in soffitta, un esposto in Procura. A presentarla ieri in Procura Riccardo Beverari, il visitatore di Verona che il 7 febbraio scoprì dove era finita il dipinto “Madonna in gloria e otto santi”. Pala esposto al museo Diocesano dopo il restauro durato alcuni anni.

Nell’esposto viene chiesto ai magistrati di eseguire accertamenti per verificare se non vi siano elementi che individuano “la sussistenza di eventuali profili di rilevanza penale in relazione ai fatti riportati”.

Scrive il visitatore: «Martedì 7 febbraio 2017 mi recavo presso il Museo Diocesano di Venezia attirato dal grande cartello posto all'esterno, il quale segnalava la presenza della pala di Giovanni Bellini raffigurante la “Madonna in gloria e otto santi- originariamente collocata nella chiesa di san Pietro di Murano e restituita dopo un lungo periodo di permanenza in deposito alle Gallerie dell'Accademia in occasione del restauro” che ha reso i colori originali di un dipinto che ha sofferto molti problemi conservativi (cito il comunicato stampa)». La presentazione al pubblico dopo il restauro è avvenuta nell'ottobre 2016. Ma quando entra nel museo l’uomo rimane deluso. «Con mio enorme stupore constatavo che non vi era nessuna traccia della pala. Non pago delle vaghe spiegazioni offertemi in biglietteria, ricevevo dal custode del Museo quella che ritengo una preoccupante versione dei fatti: già dopo un mese circa dalla data di spostamento dell'opera, infatti, si sarebbero verificati i primi distacchi di pellicola pittorica e lo stato di conservazione della stessa sembrerebbe aggravarsi di giorno in giorno. Nel tentativo di contenere i danni, il dipinto è stato disposto orizzontalmente su alcune assi nel solaio del museo, in uno spazio angusto e poco areato, presumibilmente inidoneo alle esigenze conservative di un'opera. Venivo accompagnato nel sottotetto dell'edificio, dove potevo constatare personalmente la presenza del capolavoro di Bellini — per ovvie ragioni non più presentabile al pubblico — giacente su un tavolo, senza che fossero stati approntati particolari dispositivi di protezione, in uno stato di degrado impressionante».

Beverari chiede ai magistrati di verificare se in questa assurda vicenda non siano stati commessi reati e se questo venisse accertato di individuare i possibili responsabili.

Carlo Mion

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