Il Baco d’oro dopo 60 anni a dicembre chiude l’attività «Non abbiamo più mercato»

la storia
La crisi del commercio continua a mietere “vittime”, chiudendo per sempre anche vetrine storiche. Appena fuori di piazza Ferretto, dove la gente oramai si è abituata alla lunga scia di vetrine vuote di questi mesi, da prima del lockdown, il problema si mostra nella sua evidenza.
E lo testimonia anche la decisione di attività storiche come quella del Baco d’oro, sessant’anni di presenta a Mestre con la vendita di tessuti, sete, trame e ricami di pregio.
Il negozio di Giuseppe Lo Cascio, 87 anni vissuti tra scampoli e lavori di sartoria, si prepara a chiudere i battenti il prossimo 31 dicembre. La tristezza dentro il negozio è davvero tanta. «Ci abbiamo provato a resistere», racconta il figlio Roberto, 38 anni, e che è cresciuto nella bottega del padre, «ma dopo il Covid-19, proseguire è impossibile. Siamo arrivati ad agosto ad avere incassi così bassi, di neanche 600 euro, che non permettono neanche di ricevarci uno stipendio. E allora con la tristezza nel cuore mio padre ha preso la decisione di chiudere». Nella vetrina dal sapore vintage è apparso l’annuncio degli sconti per liquidazione totale. Articoli di pellicceria e capispalla vengono esposti in vendita a prezzi scontati. All’interno gli scaffali sono pieni di stoffe, alcune davvero pregiate: «Vede questa costa 1.500 euro al metro quadro. È vero che sono tornate a lavorare le sarte ma per le stoffe tanti preferiscono andare al mercato», racconta ancora Roberto. «Purtroppo una attività come la nostra fatica ad avere mercato e non abbiamo aiuti anche se siamo di fatto una bottega storica. Il peso delle imposte, delle tasse, dell’Imu da pagare è diventato eccessivo, senza aiuti dallo Stato. Avevamo fatto richiesta per i contributi a fondo perduto per l’emergenza Covid: beh non abbiamo visto nulla». Per il signor Giuseppe la chiusura, anche se vissuta con immensa tristezza, preclude ad una meritata pensione. Roberto invece dovrà trovare un nuovo impiego.
A fianco, da mesi, ha chiuso anche il negozio di abbigliamento “Farfalle”, con il cartello “Affittasi”, appeso da mesi. Ora la strada che collega via Poerio a via Allegri ora vede chiudere il negozio di tessuti. Ma c’è anche chi ha scelto di resistere alla crisi innovando. Lo ha fatto il negozio, anch’esso storico, dei cappelli della famiglia Barbiero che ha investito in un restyling totale del negozio. —
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