Il 25 la città è esplosa di colori e bellezza
MIRANO. Mirano in fiore. Mirano in fiore è bellezza. Ci sono le vespe colorate di verde, ci sono le vetture dell’Ape con caricate le cassettine di fiori, ci sono i giardini in piazza, quelli preparati, quelli preparati con cura dove nulla è lasciato al caso. Quei giardini con i sassolini mossi soltanto da bambini vivaci.
E poi ci sono i palloncini ma soprattutto ci sono le piante e ci sono i fiori. Rose, dalie, orchidee, rododendri, petunie, garofani, gerani, azalee, camelie, astri, cosmos bipinnatus e molti altri ancora. Sono rossi, gialli, fucsia, viola, arancioni, bianchi; tutto, ieri per la quarantesima edizione di “Fiori a Mirano” era un crescendo esplosivo di fiori e colori. Di commercianti che lavoravano, di cameriere e baristi che servivano; perfino la frutta e il gelato serviti su coppette di porcellana richiamavano qualche fiore o avevano qualche ramoscello di un qualche arbusto. E poi. Poi c’erano le piante, quelle sempre verdi, quelle esotiche, c’erano i cactus, quelli da mettere in terrazzo e c’erano anche distese verticali di limoni. Gialli. Belli. Polposi.
Poi c’erano anche le erbe aromatiche. Salvia, rosmarino, il giglio peruviano o degli Incas che ha la capacità di racchiudere forza, delicatezza e bellezza, tutto quello che ieri si trovava a Mirano, e c’era perfino la pianta del caffè. Insomma tutto scelto con cura, portato a Mirano dai migliori professionisti e vivaisti del settore. «Non è un mercato», aveva detto il presidente della Pro Loco Roberto Gallorini, «è una mostra mercato, ci sono moltissimi espositori di qualità, con un target alto. Il nostro è un cammino di oltre 40 anni che ha portato a una evoluzione sorprendente con la partecipazione di vivaisti e floricoltori super specializzati».
E le congratulazioni arrivano anche dalla sindaca di Mirano, Maria Rosa Pavanello: «Ringrazio il presidente e il gruppo della Pro Loco e tutti i volontari per questa spettacolare mostra mercato che continua a promuovere il nostro splendido centro».
In omaggio all’antica tradizione veneziana della Festa del Bocolo, secondo la quale, il 25 aprile, ogni innamorato regala alla sua amata un bocciolo di rosa rossa, il tema della manifestazione era la rosa. Ma non solo. Leggenda vuole che Maria figlia del Doge si innamorò del giovane Tancredi, ma il padre di lei non voleva. Tancredi, per accaparrarsi la stima del Doge, andò a combattere in Spagna con CarloMagno e si coprì di gloria. Purtroppo morì e cadde su un roseto. Macchiando un fiore con il suo stesso sangue. Maria non vide mai tornare il suo amato, ma ricevette solo quella rosa rossa, del rosso sangue del sangue dell’amato. La prese e il giorno dopo, il 25 aprile, venne trovata morta con il fiore sul petto.
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