Il 19 novembre il corteo anti Gpl bandiere e striscioni fino al porto

Chioggia. Ma il vicesindaco Marco Veronese bacchetta il comitato: «Non possiamo annullare la delibera che autorizza l’impianto, la Socogas ci farebbe causa minimo per 30 milioni di euro»
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. Manifestazione di piazza per dire no, in modo corale, all’impianto Gpl di Val da Rio. Come promesso in più occasioni il comitato No Gpl ha organizzato un’iniziativa di protesta pubblica che si terrà sabato 19 novembre, alle 10, con ritrovo davanti il municipio. Sarà un corteo, con bandiere, striscioni e megafoni, che si porterà fino al ponte del porto dove è ben visibile il cantiere del deposito gasiero. Dovrebbero partecipare anche gli amministratori pubblici, anche se i rapporti tra comitato e giunta nelle ultime settimane si sono raffreddati.

Ieri il vicesindaco Marco Veronese ha criticato il comitato per l’insistenza con cui chiede l’annullamento in autotutela della delibera del dirigente all’Urbanistica, scelta che secondo la giunta esporrebbe il Comune a una causa milionaria di risarcimento danni. «Rimango stupefatto dall’atteggiamento del comitato», spiega Veronese, «ci siamo incontrati sabato scorso, accordandoci sul modo di procedere e, dopo un solo giorno, apprendo dai giornali che ha cambiato completamente idea, accusando ingiustamente l’amministrazione di perdere solo tempo. Continuano a chiederci di annullare quella delibera, ma abbiamo già spiegato più volte i motivi per cui non lo facciamo. La normativa, il decreto legge 5 del 2012, dice che l’autorizzazione comprende la variazione degli strumenti urbanistici e sostituisce ogni altra concessione e nulla osta. Lo ha anche ribadito il Ministero delle Infrastrutture in risposta al ricorso presentato dall’ex sindaco Casson. Se il Comune decidesse di percorrere questa strada, nel remoto caso che il Ministero ci ascoltasse, rischieremmo di incorrere in un megarisarcimento danni nei confronti della Socogas, minimo 30 milioni di euro, che manderebbe in dissesto finanziario il Comune. Senza contare che non sarebbe risolutivo, al massimo si otterrebbe una sospensione dei lavori, per il tempo necessario ad adeguare i piani, trovandoci a dover pagare per il danno causato alla ditta e alla fine a non bloccare l’impianto. Noi stiamo percorrendo altre strade, sulla non conformità ambientale, che siamo convinti abbiano più efficacia».

Malgrado le fratture il vicesindaco ha già confermato di partecipare alla manifestazione di sabato. Al momento è certo solo il corteo a piedi, da corso del Popolo alla Tombola, fino a metà ponte, per la protesta “parallela” via acqua l’eventuale organizzazione spetta al comitato per il rilancio del porto.

«Chiediamo alla città di partecipare e di far sentire che il no è corale», spiega Roberto Rossi, presidente del comitato No Gpl, «sappiamo che è difficile far scendere i chioggiotti in piazza, ma siamo anche consapevoli che se 10.000 persone hanno sottoscritto la petizione significa che l’impianto fa davvero paura. Chiediamo alle associazioni e alle categorie di sostenerci, al sindaco Alessandro Ferro di partecipare con la fascia tricolore e con il gonfalone per dimostrare che è l’intera città a dire di no».

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