«Idroambulanza in coda anche per le emergenze»

La denuncia della Croce Verde che chiede un pontile riservato e coperto per il servizio di trasporto dei malati gravi all’ospedale di Venezia

PUNTA SABBIONI. Roulette russa per i sanitari della Croce Verde di Cavallino-Treporti ogni volta che devono trasportare pazienti anche in fin di vita all’ospedale civile di Venezia per la mancanza di un pontile riservato alle emergenze a Punta Sabbioni. Anni di promesse da più parti di una struttura di attracco al terminal riservata ai trasporti sanitari sono cadute nel vuoto e si profila un altro anno ad alto rischio.

«Ancor oggi», segnala Valter Sartor del direttivo della Croce Verde, «quando anche un minuto di più per noi fa la differenza fra la vita e la morte, se i pontili 1 e 2 sono occupati coniol carico e scarico dei passeggeri da e per Venezia, l’intervento in emergenza può arrivare a ritardare anche di 10 o 15 minuti. Ma se i pontili, come è già successo più volte, all’arrivo del mezzo del 118 hanno una barca ormeggiata senza timoniere nei paraggi, la consegna all’idroambulanza che non può attraccare dei pazienti gravi, si trasforma in una vera e propria attesa drammatica».

«Una situazione risultata molto pericolosa per tutti i 42 interventi in codice rosso diretti a Venezia del 2015», aggiunge Sartor, «che è diventata pericolosissima per 25 di questi ultimi, più della metà, perché concentrati nel periodo della stagione balneare da maggio a settembre, quando l’intasamento del terminal era al massimo e la probabilità di accumulare ritardi fatali durante le operazioni di trasporto in laguna sono aumentate in modo esponenziale».

Non si può neppure dire che sia rara l’evenienza di trasporti acquei per la Croce Verde di Cavallino-Treporti visto che, calcolando 562 interventi in emergenza trasportati a Venezia nel 2015, di cui 81 codici verdi, 439 codici gialli e 42 codici rossi, lo scorso anno i suoi operatori hanno percorso una media di 1,5 volte al giorno i 70 metri scoperti dei pontili di Punta Sabbioni per imbarcare pazienti alla volta di Venezia.

«Preghiamo ogni volta di non trovare i pontili occupati», conclude Sartor, «senza contare che, percorrendo gli imbarcaderi senza alcuna protezione dalle intemperie ci troviamo spesso e volentieri a trasportare in barella i pazienti intubati chiedendo permesso in mezzo alla folla distratta. Una situazione vergognosa per i nostri feriti, che, in totale assenza di privacy, devono attendere il necessario cambio di barella con l’idroambulanza, sotto la pioggia o la grandine e gli occhi di centinaia di turisti che scattano foto o addirittura girano video con il cellulare».

Ovvio che se la carenza di un pontile coperto riservato al 118 si è sentita a Carnevale quando si sono imbarcati a Punta Sabbioni oltre 30 mila turisti in dieci giorni, il disagio si percepirà ancor di più d’estate quando il litorale avrà sei milioni di presenze turistiche.

Francesco Macaluso©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia