Idee per Venezia: all'Arsenale la Cinelaguna, un progetto di teatro di posa per produzioni televisive e cinematografiche
VENEZIA. Paolo Baratta ha invitato i veneziani a partecipare con idee coraggiose alla gara dei cospicui finanziamenti europei con l’obiettivo di ricostruire un futuro per la città.
Un primo progetto da portare a Bruxelles è quello di avviare la trasformazione di Venezia in una città carbon free (senza combustibili fossili). I finanziamenti richiesti, in linea con il green new deal della Commissione europea, aiuterebbero la riconversione all’elettrico del trasporto in laguna e, allo stesso tempo, alla ri-progettazione degli scafi dei natanti per contenere il moto ondoso.
Queste innovazioni attiverebbero competenze evolute capaci di dare lavoro a una molteplicità di professionisti, creando un distretto innovativo della cantieristica la cui sede naturale potrebbe essere negli spazi dell’antico Arsenale.
Nello stesso Arsenale andrebbe localizzata anche la Cinelaguna, un progetto di teatro di posa per produzioni televisive e cinematografiche, dando così una base di riferimento all’industria cinematografica, che finora in Venezia ha visto una attività data dall’insuperabile palcoscenico urbano della Festa internazionale, ma nessun vero processo creativo e produttivo.
Oltre alla città storica, un progetto di rilancio di Venezia non può che giocarsi attorno a Porto Marghera: uno spazio strategico per collocazione ambientale e vocazione logistica. Per rilanciarlo e attrarre attività innovative serve innanzitutto bonificare i suoli e liberarlo dalla presenza di industrie classificate a rischio di incidente rilevante.
Una presenza che rischia di venire ulteriormente aggravata dall’aggiunta dell’inceneritore e dallo sviluppo della produzione legata al ciclo dell’acido fluoridrico: una delle produzioni più rischiose sviluppate dalla chimica inorganica. Se qui vogliamo portare attività avanzate, le industrie della vecchia chimica non possono restare a Porto Marghera.
Così come è incompatibile con Venezia e la sua laguna la presenza della centrale a carbone Enel di Fusina. Incompatibile per l’inquinamento atmosferico che genera e per le emissioni di anidride carbonica, gas serra che induce il riscaldamento globale e, quindi, l’innalzamento dei mari.
Le strade indicate portano tutte a una “biodiversita” produttiva in grado da innalzare la resilienza economica del nostro territorio. Come abbiamo imparato dal Coronovirus, non possiamo avere un’economia tutta basata sul turismo, un’attività che a Venezia rimarrà comunque importante e proprio per questo da governare implementando un sistema finalizzato al governo dei flussi turistici nel centro storico e nelle isole dell’estuario veneziano. Anche questo sistema potrebbe venire finanziato con fondi europei.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia