I vecchi masegni? Venduti all'asta
Il Demanio chiede soldi per rimettere le vecchie pietre tolte dai cantieri. Come quelle in trachite delle Gallerie dell'Accademia
Masegni in cantiere alle Zattere
VENEZIA. Dove finiscono i vecchi masegni? Accatastati nei depositi del Demanio, in attesa di essere venduti all'asta. La scoperta, clamorosa, riguarda le pietre in trachite delle Gallerie dell'Accademia. Rimosse perché nel progetto era prevista un'altra pavimentazione: che fine hanno fatto quelle centinaia di pietre antiche? Nessun ladro e nessun collezionista, niente contrabbando o misteriose sparizioni. Molto più semplicemente la burocrazia dello Stato. Che attraverso il Demanio impone di mettere all'asta le vecchie pietre e di «venderle» anche quando a farne richiesta di riutilizzo siano Soprintendenza e Comune, attraverso la sua società di manutenzione Insula.
«E' vero», conferma il presidente di Insula Paolo Sprocati, «avevamo fatto richiesta di utilizzare i masegni per ripristinare alcune zone della pavimentazione cittadina. Ci hanno risposto che le pietre andavano messe a gara e che avremmo dovuto pagarle». Così il Demanio si è attivato per avere una «valutazione» del singolo masegno, come se fosse un qualunque bene da dismettere. Risultato, la città sta cambiando pelle, e le lastre in trachite - merce ormai rara - sono state sostituite da più economici blocchi in cemento, tagliati a macchina. «Trovo assurdo che non ci sia collaborazione in questi casi», dice il presidente di Insula, «ancora più assurdo che i masegni originali debbano essere pagati per essere riutilizzati per la pavimentazione pubblica».
Quello delle Gallerie del'Accademia, a quanto pare, non è l'unico caso di sostituzione delle antiche pietre, che poi vanno chiuse nei depositi e mai più ricollocate. Altri casi riguardano Punta della Dogana, le Zattere e la Giudecca per i lavaori di rifacimento delle rive da parte del Magistrato alle Acque. I risultati si vedono. Spesso su rive e campi trionfa il kitsch dell'effetto leopardo, pietre nuove mescolate a scacchiera a quelle vecchie. La tendenza è quella di sostituire il masegno danneggiato anziché ripararlo. «Costa meno», ha sancito il Magistrato alle Acque. Intanto pezzi di storia vanno in discarica o se va bene in deposito, in attesa di essere messi all'asta. E sulla pavimentazione veneziana compaiono sempre più spesso i blocchi in cemento tagliati a macchina, penose imitazioni dei masegni originali. «Non ce ne sono più», si giustificano le ditte che lavorano per Insula e Consorzio.
In realtà le cave ancora attive di trachite - con concessioni che scadono tra il 2011 e il 2013 - sono una decina, concentrate nei territori di Vo' Euganeo, cervarese Santa Croce e Montegrotto. Ma le lastre in cemento costano molto meno della trachite. E il gioco è fatto.
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