I tutori dei campioni sono made in Mestre

Dai motociclisti ai cestisti, i clienti vip di Alma Ortopedica

Da piccolo laboratorio di 40 metri quadrati a negozio divenuto punto di riferimento per molti campioni dello sport. Una tipica storia di imprenditoria del Nordest che ha per protagonisti due ragazzi di Albignasego (Padova), che hanno scelto Mestre per la loro attività e che, dopo mille difficoltà iniziali, sono riusciti a sfondare nel loro settore. Si chiamano Matteo Minchio e Alberto Miozzo e dalle iniziali dei loro nomi è nato il marchio Alma Ortopedica.

Plantari fatti a mano, tutori e altri articoli di sanitaria sono il loro settore. Dopo un inizio in salita, è arrivata la soddisfazione di veder transitare nel loro negozio, alla Cipressina in via Castellana 34, i campioni d’Italia della Reyer, i giocatori di calcio del Venezia, ma anche i campioni del motociclismo. Andrea Dovizioso, Marco Melandri e Antonio Cairoli per citarne solamente tre. Partiti da Albignasego in punta dei piedi, Matteo Minchio, 44 anni, e Alberto Miozzo, 38, già si conoscevano. Si sono ritrovati a lavorare in una grande azienda del settore ortopedico. Il primo si è specializzato quale tecnico ortopedico, il secondo come impiegato nel settore amministrativo e commerciale. Dopo anni di attività e crescita professionale, hanno deciso di mettersi in proprio e, conoscendo la realtà mestrina, hanno scovato nel 2003 un locale di appena 40 metri quadrati in via Einaudi, due passi da piazza Ferretto, dove hanno aperto il loro laboratorio.

«Non avendo clienti siamo partiti in conto terzi», racconta Matteo Minchio, «Per sopravvivere alle spese e ai costi di affitto lavoravamo per altre ortopedie. Un po’ alla volta ci siamo creati un pacchetto clienti, lasciando poi il conto terzi. Nell’ottobre 2010 ci siamo trasferiti alla Cipressina, ma è stata davvero dura cominciare». Il problema sono stati i fondi per l’investimento iniziale. In parte è stato utilizzato il Tfr di uscita dall’azienda di provenienza, ma per ottenere il supporto di una banca è stato un incubo. «Abbiamo presentato ovunque un planning di inizio attività, però nessuno ci concedeva un prestito», ricorda Alberto Miozzo, «Il nostro ex commercialista giocava a tennis con il dirigente di una banca di Noventa Padovana e quest’ultimo cercava clienti. Ci siamo conosciuti e siamo riusciti a ottenere il finanziamento, ma meno di ciò che speravamo. Il primo anno abbiamo lavorato senza ricavare un solo stipendio, solo pagando i debiti, senza mai uscire a mangiare una pizza».

A inizio 2004 il rischio chiusura. A quel tempo le aziende sanitarie pagavano le fatture a dodici mesi e quindi i due ragazzi non avevano ancora percepito nulla. Sul punto di dire addio ai propri sogni, nel febbraio 2004 è arrivato il primo pagamento. «Siamo stati anche costretti a chiedere un prestito in banca per pagare le tasse, ma purtroppo succede anche questo in Italia», prosegue Minchio, «Risolte le difficoltà iniziali, poi il vento è cambiato». Nel tempo, i due fondatori di Alma Ortopedica hanno capito che dovevano puntare molto su privato e sport tra i settori di ortopedia, diabetologia, traumatologia e riabilitazione. «All’inizio è stato anche difficile inserirsi, ma alla lunga le nostre capacità sono state comprese e le collaborazioni con importanti specialisti di settore sono cominciate con grandi risultati», aggiunge Miozzo, «Così è iniziata la collaborazione con Venezia Calcio e Reyer e il passaparola è stato fulminante. Sia che fossero professionisti o amatori, gli sportivi arrivavano uno dopo l’altro. Soprattutto per i plantari, che rimangono il nostro forte, ma anche per mascherine per fratture a naso e zigomo, e ovviamente per l’adattamento dei tutori».

Il primo cestista orogranata è stato Goss, poi sono seguiti atleti da Spinea per il pattinaggio, da Mestre per pallacanestro e football americano, ma anche Riccardo Bocalon, calciatore ora della Salernitana in serie B, e il boom negli sport motoristici delle due ruote. «Ci piacciono i motori e lo sport in generale», osserva ancora Miozzo, «Lavoriamo con il leader mondiale dei tutori alle ginocchia e tramite il loro responsabile Nord Italia, Alberto Calimazzo, ci siamo trovati in prima linea nel motomondiale. Ci ha chiesto se potevamo andare ad Arco di Trento per sistemare i tutori di Antonio Cairoli, nove volte iridato del motocross. Marco Melandri lo abbiamo invece conosciuto a Grottenduro, un evento organizzato a Sarego, nel Vicentino. Poi è partito da Ravenna ed è venuto da noi a Mestre. Per lui, valutazione posturale e plantari. Andrea Dovizioso (secondo in MotoGp nello scorso campionato del mondo dietro a Marc Marquez, ndr) è arrivato subito dopo con il passaparola. Per lui, tutori alle ginocchia protettivi negli allenamenti di motocross». Ma poi anche Thomas Oldrati delle Fiamme Oro che corre il mondiale di enduro, Michele Cervellin in gara nel mondiale di motocross, l’azzurra di rugby Elisa Giordano, fino a Emilio Starz, amatore triestino con “sole” 140 maratone alle spalle in tutto mondo. E intanto, negli ultimi giorni, anche il giocatore della Reyer Hrvoje Peric ha potuto giocare in campionato grazie alla mascherina realizzata da Alma Ortopedica per proteggergli il naso fratturato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia