I traghetti lasciano il bacino San Marco

Inaugurate ieri mattina le prime due banchine per le navi che trasportano passeggeri, camion, auto, moto e roulotte
Di Gianni Favarato
Inaugurazione del nuovo terminal di Fusina
Inaugurazione del nuovo terminal di Fusina

L’ironia della sorte ha voluto che proprio ieri, nel giorno del terremoto politico e giudiziario che mette allo scoperto un rodato sistema di corruzione legato ai lavori del Mose, a Fusina è stato inaugurato il nuovo terminal delle “autostrade del mare” per traghetti passeggeri e merci progettato, realizzato e gestito in project financing da Venice Ro-Port Mos, un consorzio di imprese capitanato dal gruppo Mantovani, lo stesso che controlla il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la realizzazione del Mose.

Grazie a questo terminal - per ora è dotato di una darsena con due banchine alle quali, entro il 2015, se ne aggiungeranno altre due - i traghetti d’ora in poi non entreranno più in laguna dalla bocca del Lido ma da Malamocco, piuttosto che raggiungere la Stazione Marittima a San Basilio, passando per il bacino di San Marco. All’affollata cerimonia d’inaugurazione, aperta dal comandante del Porto, l’ammiraglio Tiberio Piattelli e conclusa da Paolo Costa, presidente dell’Autorità Portuale, erano attesi anche alcuni degli arrestati, a cominciare dal sindaco Giorgio Orsoni (sostituito dal presidente del consiglio comunale, Roberto Turetta) e dall’assessore regionale Renato Chisso. La loro assenza è stata rimarcata sul palco della cerimonia solo dal presidente Paolo Costa che si è rammaricato per la notizia degli arresti proprio nel giorno in cui si inaugurava il terminal delle Autostrade del mare che «dà il via al nuovo corso di un antico porto, come quello di Venezia, che si sta mettendo al passo con i tempi con infrastrutture d’eccellenza che permetteranno di aumentare i traffici commerciali e passeggeri».

«Non possiamo perdere di vista quello che è stato fatto e stiamo facendo per ridare la centralità che spetta al porto di Venezia nel Mediterraneo», ha detto ancora Costa. «Questo terminal toglie da subito dal bacino di San Marco 400 passaggi di traghetti all’anno e centinaia di auto e camion che fino a ieri dovevano raggiungere la stazione Marittima a San Basilio, intasando il ponte della Libertà. Questo dimostra che vogliamo salvaguardare il bacino di San Marco dal passaggio di queste navi, comprese quelle da crociera che, secondo noi, potranno raggiungere la Marittima in breve tempo e senza pregiudicare gli altri traffici, basta che ci diano la possibilità di scavare il canale Contorta e di ripristinare la morfologia lagunare con i fanghi che verranno scavati».

Gianfranco Zoletto, presidente di Venice Ro-Port MoS che gestirà il terminal pagando una concessione al Porto per 40 anni, ha aggiunto che ha la potenzialità per accogliere oltre mille traghetti all’anno, mettendo a disposizione un terminal intermodale con collegamenti ferroviari e stradali in via di completamento. «Vogliamo operare come un vero e proprio hub in tutti i mercati europei ed extra-europei», ha precisato Zoletto, «questa è una piattaforma logistica dove si incontrano e si interscambiano modalità differenti di trasporto: ci sarà il tradizionale traffico di veicoli e passeggeri in imbarco e sbarco da navi traghetto, ma è pensato e strutturato per integrare da subito e in modo efficiente il trasporto di container, trailer, cassemobili e via dicendo, da nave a treno e viceversa per ridurre costi e tempi di consegna, forti del fatto che la laguna di Venezia si trova al centro dei tre grandi corridoi europei, è dotata di raccordi ferroviari, stradali e aeroportuali e può far risparmiare 7 giorni di navigazione alle navi rispetto ai grandi porti del nord Europa».

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