I sindaci: «Niente mediazioni l’elettrodotto va fatto interrato»

Oggi a Roma l’incontro tra i Comuni, Terna e il ministero. Cacciavillani (Stra): parere negativo Maniero (Mira): non hanno tenuto conto delle nostre richieste. I Comitati: pronto un ricorso
Di Alessandro Abbadir

STRA. «Diremo a chiare lettere a Terna e al Ministero dello Sviluppo economico (Mise) che l’elettrodotto aereo non lo vogliamo: da Fusina a Camin va completamente interrato. Distrugge il paesaggio e può provocare danni alla salute».

Caterina Cacciavillani, sindaco di Stra e presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta, va giù duro: oggi insieme ai sindaci del comprensorio sarà a Roma per visionare il nuovo progetto dell’elettrodotto che Terna ha presentato dopo che, qualche anno fa, il precedente progetto era stato bocciato dal Consiglio di Stato.

Con il sindaco di Stra Cacciavillani, ci saranno i colleghi di Dolo, Alberto Polo, di Camponogara, Giampietro Menin, di Mira, Alvise Maniero e di Vigonovo, Andrea Danieletto. Gli altri sindaci della Riviera hanno delegato la rappresentanza e il parere al progetto che sarà espresso oggi in sede di conferenza dei servizi, anticipa la Cacciavillani, sarà negativo da parte di tutti.

«Terna», spiega la sindaco di Stra, «ha depositato al Mise il nuovo progetto di elettrodotto aereo, con piloni alti fino a 65 metri lungo l’idrovia Padova-mare, avviando così l’iter autorizzativo. Il parere dei Comuni sarò contrario. Vogliamo che questo elettrodotto sia completamente interrato: Terna i soldi per farlo li ha. L’elettrodotto aereo che si dice compatibile con il progetto d’idrovia in realtà non lo è perché l’idrovia è anche un progetto di riqualificazione ambientale. Vogliamo un polmone verde, alberi e piste ciclabili non tralicci ad alta tensione alti 65 metri».

Il parere dei sindaci sarà ribadito in commissione Via (Valutazione impatto ambientale). «Terna non ha colto nulla delle nostre richieste», dice il sindaco di Mira, Alvise Maniero, «e ora ci riprova. Abbiamo sempre chiesto che il nuovo elettrodotto venga interrato, come per Venezia così anche per la Riviera, dal momento che tralicci e ville venete non si sposano. Questa società nel 2015 ha registrato quasi 600 milioni di utile netto, conta non solo sulla Banca depositi e prestiti ma anche su importanti banche di stato cinesi: penso sia assolutamente in grado di venire incontro alle nostre esigenze».

Pronti a dare battaglia anche con nuovi ricorsi al Tar il comitato Opzione Zero e Legambiente: «La nuova battaglia», dice Mattia Donadel di Opzione Zero, «è solo all’inizio. Abbiamo già dato incarico ad un nostro legale di approntare un nuovo ricorso».

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