I sindacati ricorrono al giudice del lavoro

CAVARZERE. Tutti in sciopero, tutti precettati. Non c’è tregua in casa di riposo tra le lavoratrici e l’amministrazione dell’ente. Lo sciopero di ieri è stato solo una tappa di uno scontro che...

CAVARZERE. Tutti in sciopero, tutti precettati. Non c’è tregua in casa di riposo tra le lavoratrici e l’amministrazione dell’ente. Lo sciopero di ieri è stato solo una tappa di uno scontro che continua e che prossimamente arriverà di fronte al giudice del lavoro tramite un ricorso per attività antisindacale presentato l’altroieri da Cgil e Cisl e che potrebbe appesantirsi con ulteriori contestazioni. Cominciamo dai numeri: 50 dipendenti in tutto compreso il direttore contestato dai sindacati; 28 operatrici sociosanitarie, 3 infermiere, una decina di amministrativi più alcune altre figure professionali.

Tra gli amministrativi hanno aderito in due ma alcuni di loro ieri non erano in servizio e comunque non sono quelli più interessati alle rivendicazioni sindacali. Per quanto riguarda operatori e infermieri, ne sono stati precettati rispettivamente 24 e 2, ovvero il 90%. «Tutti quelli che potevano scioperare lo hanno fatto», dicono i sindacalisti, «dunque l’adesione è del 100% tra il personale assistenziale che è quello che lamenta un ingiusto trattamento». Ma i numeri non spiegano tutto. Cgil e Cisl fanno rilevare che tra il 20 e il 24 novembre il personale è stato precettato dal direttore, in misura via via crescente, per effetto delle comunicazioni di adesione allo sciopero. Insomma, più il personale aderiva, più veniva precettato.

«La legge prevede che i servizi minimali vanno garantiti», dicono i sindacalisti, «ma il livello minimale dovrebbe essere noto a priori: se c’è da precettare si precetta una volta sola, non in fasi successive. Oltretutto sulla base di un contratto decentrato 2014 mai concordato con noi». E questo sarà uno degli elementi che i sindacati valuteranno se portare all’attenzione del giudice del lavoro a integrazione di quelli già segnalati: organizzazione dei turni, costituzione e distribuzione dei fondi di incentivazione, indennità varie e, soprattutto, rifiuto del dialogo rispetto alle rivendicazioni delle lavoratrici. Infine è da registrare l’entrata in campo della Lega tramite la consigliere comunale Clara Padoan che in casa di riposo ha lavorato come Oss qualche anno fa: «Pd, Sel e Forza Italia sono muti su questi problemi, come pure il Comune. Useremo ogni canale disponibile perché la Regione apra un tavolo di concertazione in cui fare chiarezza sulla situazione».

Diego Degan

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