I ristoratori: «Perché proprio adesso?»
Tubi innocenti, ruspe in azione, gru in movimento. Non siamo in una zona industriale di periferia, bensì nel cuore di Venezia a inizio stagione turistica, con Biennale Arti Visive ed Expo alle porte. Fino a qualche giorno fa erano impacchettati il Fontego dei Tedeschi e Palazzo Camerlenghi, con lavori in corso sul Canal Grande in Riva del Carbon, dove si sta ultimando il nuovo imbarcadero. Da ieri si è aggiunto anche il Ponte di Rialto, con il cantiere ai piedi di Riva del Vin e l’impalcatura che ingabbia l’intera arcata sinistra.
Nei prossimi giorni arriverà la pubblicità del marchio Marni e della mostra all’Abazia di San Gregorio, entrambi del finanziatore del restauro del Ponte di Rialto, l’imprenditore Renzo Rosso. L’intervento, con costo previsto attorno ai 5 milioni, è stato accolto da tutti come una grande opportunità. In 18 mesi il restauro dovrebbe essere finito grazie a 20 operai che, divisi in quattro squadre, lavoreranno 24 ore su 24.
Ieri era al lavoro quasi una squadra. Gli unici che dovranno stringere le cinghia per i prossimi mesi sono i ristoratori delle rive adiacenti, come «Al Buso», tra Rialto e il Fontego. «Perché iniziare d’estate e perché proprio da questa parte?» si domanda Aldo Mozzato del Caffè Saraceno, come molti altri ristoratori e camerieri di Riva del Vin «Non si poteva aspettare la stagione estiva e iniziare dalla parte del Fontego? Rosso ha detto che verremmo ripagati quando il Ponte, a lavori finiti, tornerà a risplendere, ma intanto quello che è perso, è perso. A noi bastava fare la stagione, l’unico periodo in cui riusciamo ad avere molta gente. Capiamo che i lavori si debbano fare, ma abbiamo già i rumori della chiatta qui davanti, poi non è segnalato con nessun cartello Deviazione Riva del Vin. La gente tira dritto, non guarda nemmeno la riva. Già in tre giorni abbiamo avuto un calo di turisti».
I ristoratori dicono che il cantiere di Rialto avrebbe dovuto essere più lungo e meno sporgente, togliendo il pontile del magistrato alle acque che non viene quasi mai usato. In questo modo anche le barche avrebbero potuto fare delle manovre con più agilità in uno dei punti più trafficati di Venezia. Per i commercianti dei negozi sul Ponte di Rialto, i lavori dovevano essere fatti. 19 su 24 hanno di formato un «Comitato Ponte di Rialto», con tanto di sito: «Avevamo speso già circa 25 mila euro per ridipingere le arcate» ha detto il commerciante Marco Iovon «Questa è una grande opportunità e l’affrontiamo con spirito collaborativo».
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