«I rimborsi per il tornado un percorso a ostacoli»

Il sindaco di Mira Alvise Maniero: «Solo il 20% dei cittadini ha fatto domanda perché la burocrazia dello Stato è asfissiante. A Dolo chiedo un’azione comune»

MIRA. «Se lo Stato è riuscito con lentezza e burocrazia a dissuadere persino le persone colpite dal tornado dal presentare domanda di contributo, trovo poco corretto e poco utile dare alle vittime la colpa di tutto questo. Dobbiamo rappresentare e supportare i cittadini continuando ad offrire aiuto tecnico contro questo ginepraio burocratico, non certo attribuire loro anche questa colpa, dopo il danno, o negare l’evidenza. Non sono un capopopolo come mi dipinge il sindaco di Dolo». A dirlo senza remore è il sindaco di Mira Alvise Maniero, dopo la chiusura dei termini di presentazione delle domande per ottenere i contributi dello Stato per i danni del tornado da parte dei cittadini di Mira, Pianiga e Dolo. Hanno presentato la domanda 51 su 214 a Dolo, 9 su 23 a Mira e 50 su 274 a Pianiga. Cioè solo circa il 20%.

«I numeri parlano chiaro», dice Maniero, «come amministrazione locale ci siamo attivati subito con un percorso rapido e trasparente, dando il maggior supporto possibile ai cittadini: a Mira in meno di 100 giorni gli anticipi erano già nelle loro tasche, e negli altri Comuni a seconda delle situazioni si sono trovate soluzioni diverse nei modi e nei tempi, ma reali. Anche la Regione, pur creando un percorso nuovo e diverso che ha allungato i tempi, ha stanziato i fondi promessi. Lo Stato invece è arrivato con un anno di ritardo, dopo averci detto per mesi “non stanzieremo nulla”, ed è arrivato perché lo abbiamo costretto. Se dopo tutto questo allo Stato sono arrivate richieste di contributo per pochi degli immobili danneggiati, il motivo è che è stato messo in piedi un percorso ad ostacoli lunghissimo ed inefficiente. È riuscito a sfibrare le persone colpite. È oggettivo che i tempi siano troppo lunghi e che questa burocrazia sia assurda».

Poi una stoccata al sindaco di Dolo Alberto Polo: «Non so nemmeno cosa significhi fare il capopopolo», dice Maniero, «termine che vedo attribuirmi dal collega di Dolo: a me basta cercare di fare l’interesse dei nostri cittadini. Da lui spero massima unità in questo, visto che dobbiamo affrontare assieme una catastrofe che tra l’altro ha colpito principalmente il suo Comune».

Il sindaco del Comune più popoloso della Riviera chiede uno sforzo unitario: «In questo nostro impegno chi ha perso la casa deve venire prima», conclude Alvise Maniero, «ed è questo il motivo per cui a differenza di altri ho contestato la volontà di destinare un milione di euro allo stadio di Pianiga quando ancora, soprattutto a Dolo, la situazione dei cittadini è molto difficile e le aziende dei nostri territori non hanno ancora ricevuto un euro».

Alessandro Abbadir

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