«I rifiuti a Venezia? Saranno raccolti con tubi pneumatici»
VENEZIA. Chiacchierando con i giornalisti - in attesa dell’arrivo del ministro Bray - dei “26 punti” contro il caos traffico acqueo in Canal Grande annunciati dall’amministrazione, ma non ancora tradotti in realtà, il sindaco Orsoni tira fuori a sorpresa un progetto che sa da fantascienza alla “Metropolis” in una città come Venezia, per costi e impatto: la raccolta pneumatica dei rifiuti, ovvero, la realizzazione di una rete di tubazioni sotterranee che - come la posta pneumatica degli anni Cinquanta - colleghi appositi cestini e una serie di collettori negli edifici più grandi (come alberghi e uffici) a cinque grandi punti di raccolta in città, da dove poi le imbarcazioni Veritas li raccoglierebbero per conferirli agli impianti. Possibile? Lui ci crede.
«Il piano in 26 punti che abbiamo presentato ha due criticità, che richiedono approfondimenti: la riorganizzazione delle linee Actv, per l’intersecarsi di molte esigenze tra residenti e turisti, e la raccolta dei rifiuti notturna che, se da una parte è una realtà consolidata ovunque nel mondo e risolverebbe una parte del problema traffico», osserva Orsoni, che era stato primo sponsor dell’idea raccolta immondizia di notte, «a Venezia determinerebbe un pesante aumento di costi, ha effettivamente un problema legato alla rumorosità (per quanto sia risolvibile) e anche alle pantegane, che sarebbero richiamate dalla posa dei rifiuti per strada la sera».
Quindi? «Chiederò al ministro Bray di spingere il governo ad aiutarci nella realizzazione di progetti innovativi, come la raccolta pneumatica dei rifiuti, un progetto di Veritas già presentato a suo tempo al ministero». Riassumendo: una rete di tunnel che, dagli edifici più grandi o da (una sorta di) cestini per strada , risucchi letteralmente i sacchi conferiti dalle persone, per spedirli in 5 punti di raccolta in città. Possibile mai? «Ma sì, si può fare», tira dritto Orsoni come se - se ci fossero i soldi - si potesse partire domani, «si tratta di realizzare la prima insula, poi con i risparmi di gestione in questa, si finanzierebbero il resto dei lavori». E gli impianti per generare i flussi d’aria? «Chiedete a Veritas, il progetto c’è da tempo, risolverebbe molti problemi». Ma sui particolari, da Veritas aggiungono molto, se non confermare che il progetto c’è, si può fare e servirebbero 80 milioni. Pietra tombale su qualsiasi sogno futuribile, per altro con problemi occupazionali. Poi c’è l’aspetto trasporti, sui quali - dopo l’annuncio di un accorpamento della linea 1 e 2, con mezzi ogni 6 minuti, ma più lenti, con esplosione di proteste - l’amministrazione ha tirato il freno.
«C’è da riorganizzare il servizio, per potenziare le linee circolari esterne, per spostare gran parte dei flussi fuori il Canal Grande», commenta Orsoni, «per questo avevo parlato della necessità di avviare seriamente una qualche riflessione su un trasporto diverso da quello acqueo, anche ragionando sulla sublagunare. Certo - e questo ricorderò al governo - se avessimo dal ministro Lupi i fondi (20 milioni) che ci sono stati assegnati per il tram, potremmo portarlo con certezza entro il 2015 a San Basilio per l’Expo e allora, sì, cambinare radicalmente i flussi. Avessi potuto decidere io, la prima linee sarebbe stata quella Venezia-Mestre, capace di incidere sui trasporti molto di Mestre-Marghera. In questi anni il governo ha finanziato realizzazione di tram a “cani e porci”: una maggiore attenzione per il mondo dei trasporti di Venezia non ci avrebbe messo in questa difficoltà».
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