«I ragazzi sono al sicuro nei campi degli scout»

Tredicenne attaccato dalle zecche a Campesine, evacuazione a Pontebba l’Agesci interviene dopo i due casi che hanno coinvolto l’associazione

È tornato a casa senza alcuna grave conseguenza lo scout di 13 anni, di San Donà, infestato da una cinquantina di zecche al campo allestito sopra Longarone, a Campesine, dal gruppo San Donà 1 degli scout dell’oratorio don Bosco. La vicenda allarmante, accaduta l’8 agosto durante il campo scout di due settimane, si è conclusa senza che fossero necessarie misure di disinfestazione neppure nell’area interessata di Longarone, considerata non a rischio da parte delle autorità sanitarie bellunesi.

Un’altra disavventura che coinvolge questo movimento, dopo che un gruppo scout, quello di Quarto d’Altino 1 Campo Esploratori, si era trovato in mezzo a una tempesta a Pontebba, scegliendo l’evacuazione preventiva del campo con il sindaco, la protezione civile e i carabinieri. Il piccolo di San Donà è dunque tornato a casa. «Il ragazzino è stato portato dagli stessi capi scout all’ospedale di Belluno», spiegano al gruppo San Donà 1 rientrato alla base, «senza dover chiamare alcuna ambulanza. Tutto è avvenuto senza perdere il controllo e con la massima tranquillità e anche il ragazzino non ha avuto paura perché è sempre stato seguito. Una volta eliminate le zecche e adottata la profilassi prevista al reparto di pronto soccorso, è tornato al campo e vi è rimasto assieme a tutto il gruppo fino al rientro a casa la data prevista. Non sarà il primo caso nè l’ultimo, ma certo un’infestazione con una cinquantina di zecche non era mai accaduta, come hanno confermato anche le autorità sanitari della zona che hanno parlato di un caso isolato. Non ci sono state situazioni di panico o paura, ma sempre la massima serenità e il campo scout si è svolto senza alcun problema nel resto dei giorni».

Anche il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, che è stato capo scout, si è informato sulle condizioni del ragazzino con il gruppo dell’oratorio. «Le famiglie dei ragazzi», spiega il primo cittadino, «prima di partire adottano la profilassi per le varie malattie e i rischi che possono comportare queste uscite per diversi giorni. Siamo di fronte a un caso sicuramente eccezionale che non ha avuto gravi conseguenze per fortuna, anche perché è stato accertato che quella zona non era a rischio. È sempre bene, nel caso dell'erba alta, indossare pantaloni lunghi e stivali di protezione».

L'inverno mite e la pioggia, con il passaggio di qualche animale selvatico, potrebbero aver creato le condizioni per questa presenza di zecche che possono essere portatrici di altre malattie.

Dopo la vicenda del gruppo di Quarto d’Altino, Ilaria Damele e Manuel Basso - Responsabili della zona di Mestre, sono rassicuranti: «L'Agesci Veneto porta ogni estate migliaia di ragazzi in campeggi o nelle “route2” nelle nostre province, cercando in primo luogo di organizzare attività educative sicure e per questo obiettivo lavora durante tutto l’anno, attraverso la formazione dei capi educatori, in collaborazione con i principali enti interessati dalla Protezione Civile al Cai. Questo lavoro, in occasioni come quella di Pontebba, si rende indispensabile al fine di evitare danni e gravi situazioni che potrebbero coinvolgere i nostri ragazzi. Uno stile educativo che cerchiamo di diffondere nei nostri gruppi e nelle nostre famiglie per imparare a orientarsi e muoversi con rispetto e sicurezza nella natura».

Giovanni Cagnassi

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