I “Ragazzi dell’Apocalisse” smascherati dai social. Blitz della polizia

Squadra mobile e Digos fermano in tempo un gruppo di giovani di "famiglie bene" patiti delle arti marziali. Sequestrato arsenale di armi bianche. "Pronti  alla spedizione punitiva"

MESTRE. Armi di tutti i tipi, purché affilate. Katane, coltelli, tonfa, surunchin, Kuchako e chi più ne ha più ne metta.

Sono stati tutte sequestrate dalla polizia alla fine di una indagine condotta soprattutto on line da un gruppo di investigatori della squadra mobile e della Digos di Venezia.

Alcune delle armi sequestrate dalla polizia
Alcune delle armi sequestrate dalla polizia

Protagonisti un gruppo di ragazzini della "Mestre bene" tutti sui 18 - 20 anni che sono stati indagati e nelle cui abitazioni i poliziotti hanno trovato un grande quantitativo di armi di questo genere, perlopiù usate nelle arti marziali ma che in alcuni casi, erano state usate per altri scopi, tanto che la cosa era stata segnalata anche su Facebook.

Il gruppetto, pare capeggiato da un ragazzo di 22 anni di Salzano, si lanciava messaggi inquietanti. In uno si legge: "E' l'ora dell'Apocalisse". Oppure: "Siamo pronti alla spedizione punitiva".

Di qui i poliziotti, con pazienza, hanno "agganciato" il giro e poi sono intervenuti: in tempo per evitare che qualcuno potesse farsi male sul serio.

I tre ragazzi denunciati hanno un'età compresa tra i 20 e 23 anni. Si tratta di incensurati e che, all'apparenza, non hanno legami con gruppi politici o di ultras del calcio. Uno risiede in centro storico e gli altri due rispettivamente a Mirano e Salzano.

L'indagine è iniziata quando su FB ha postato un'immagine nella quale brandiva una scimitarra e annunciava che a breve sarebbe iniziata l'Apocalisse. Nelle abitazioni perquisite da agenti della Squadra Mobile e della Digos di Venezia, sono state trovate mazze da baseball, scimitarre con le lame affilate, coltelli e altre armi bianche usate nelle arti marziali. Tutti e tre devono rispondere di porto abusivo di armi atte a offendere.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia