«I profughi? No, oppure calate le tasse»

Le reazioni di chi abita attorno all’ex base missilistica in cui la prefettura ha deciso di ospitare i richiedenti asilo
Di Alessandro Ragazzo
TESTINE ABITANTI DI PESEGGIA INTERVISTATI RIGUARDO LA POSSIBILE SISTEMAZIONE DEI PROFUGHI NELL'EX BASE MISSILISTICA. IN FOTO ROBERTO ANCONA.
TESTINE ABITANTI DI PESEGGIA INTERVISTATI RIGUARDO LA POSSIBILE SISTEMAZIONE DEI PROFUGHI NELL'EX BASE MISSILISTICA. IN FOTO ROBERTO ANCONA.

Trovare a Peseggia una persona favorevole a ospitare i profughi nella ex base missilistica di via Spangaro è come vedere la neve a Roma: succede sì ma in casi molto sporadici. Lo stesso si può dire ieri mattina nell’area attorno al centro della frazione di Scorzè: la quasi totalità degli interpellati non vuol sentire parlare di gente in fuga da povertà e guerra, soprattutto a queste condizioni, mentre chi si dice d’accordo è merce rara.

Peseggia è un paese attorno alle 3.600 anime; se non si conoscono tutti, specie chi abita qui da una vita, poco ci manca. L’argomento di queste ore è la richiesta del prefetto di Venezia Domenico Cuttaia di sistemare i 18 ettari usati sino a qualche anno fa e per cui la gente del luogo ha ricevuto dallo Stato parecchi soldi, e ospitarci i profughi.

Una soluzione temporanea, fanno sapere da Ca’ Corner, in attesa che l’emergenza finisca e poi Scorzè si ritroverebbe l’area sistemata senza spendere un euro. Ma da queste parti la proposta non è accolta, sulla scia dell’opinione espressa dal sindaco Giovanni Battista Mestriner.

«Parlo per me» spiega Michele Poppa «ma credo che al 99 per cento della popolazione sia contraria a ospitarli. Abito a Zero Branco, confina con Peseggia, in paese ci vengo spesso e in precedenza avevo sentito parlare di questa ipotesi: qui nessuno li vuole».

Girando per le strade, e a taccuini chiusi, c’è chi aspetta il Consiglio comunale straordinario e aperto promesso da Mestriner. «Non si può accettare una cosa del genere» spiega un commerciante che preferisce restare anonimo «ma se qui dovessero arrivare, questa frazione morirebbe. Aiutiamo prima gli scorzetani bisognosi, mi pare che ci siano persone e famiglie in difficoltà. Ho amici stranieri, esco anche con degli albanesi, dunque non ho particolari pregiudizi ma che senso avrebbe avere un’accoglienza simile?».

Matteo Bizzotto punta sul tema sicurezza. «Li ospitiamo» chiede «e poi chi garantirà che tutto procederà per il meglio? Siamo un paese piccolo, non ce lo dobbiamo dimenticare e l’ex base militare sia usata per altri scopi, per la comunità».

Mauro Basso, invece, era presente al Consiglio comunale di venerdì quando la questione profughi era emersa. «Nessun razzismo» precisa «ma possono restare in quel posto a quelle condizioni? Sarebbero allo sbando. Per me il sindaco ha ragione».

Roberto Ancora chiede sgravi fiscali. «Ci danno i profughi» aggiunge «e allora ci calino per bene le tasse. Ma come manterranno queste persone? Con tutte le caserme dismesse, si deve pensare proprio a Peseggia? Il problema è stato gestito male».

Ma chi cerca trova, a forza di camminare dopo un po’, una persona favorevole si riesce a trovare. Un signore di mezza età, che preferisce non rivelare il nome, fa intendere come questa soluzione non sia da buttare. «Sarebbero lontani dal centro» dice «e si potrebbero anche controllare se non fossero in numero elevato».

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