I profughi al lavoro gratis intesa sindaca-prefetto
MIRANO. I profughi al lavoro, gratis. Volontari si intende. Da una parte c’è il prefetto di Venezia, dall’altra c’è la sindaca di Mirano, Maria Rosa Pavanello e dall’altra ancora ci sono le associazioni a cui è stata affidata l’accoglienza e la gestione dei migranti. Insieme hanno sottoscritto un protocollo, che la giunta comunale di Mirano il 13 febbraio scorso ha approvato. Questo, viste le premesse e cioè: «gli importanti flussi migratori che stanno interessando l’Italia e che hanno determinato una significativa presenza sul territorio di cittadini stranieri extracomunitari richiedenti protezione internazionale” , “il sistema di accoglienza che prevede che i migranti, al termine della fase del soccorso e della prima accoglienza, vengano collocati nello Sprar” , e soprattutto considerato che “da più parti è stato evidenziato che una delle criticità connesse all’accoglienza è quella relativa all’inattività dei migranti” . Quindi prefettura e Comune per superare questa “condizione di passività” come si legge nella delibera, hanno individuato “attività di volontariato di pubblica utilità che assicurino ai cittadini stranieri coinvolti maggiori prospettive di integrazione nel tessuto sociale” . Le attività possono essere svolte solo dai richiedenti asilo o da quelli in attesa di giudizio nel caso di ricorso. Tutte attività di volontariato, che comportano l’adesione libera e volontaria da parte degli stranieri a una associazione od organizzazione. Poi continua il protocollo: «Le attività volontarie devono essere svolte esclusivamente su base gratuita e vanno finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e non lucrativo» . La prefettura dopo aver istituito un bando ha affidato l’accoglienza a: il Villaggio Globale, Fondazione Cav. Guido Gini – Onlus, associazioni volontariato e culturali Gruppo Solidalia, Ce. Svi. Tem, associazione comitato quartiere Aldo Moro, gruppo Agesci Mirano, circolo Noi Favaretto, comitato Rinascita Vetrego e gruppo Agesci Zianigo. «L’obiettivo del protocollo», si legge nell’articolo 1, « è quello di definire percorsi educativi di accoglienza e integrazione anche attraverso attività di volontariato a favore della collettività ospitante».
Il migrante si impegna a «rendere una o più prestazioni personali, volontarie e gratuite, individualmente o in gruppo» . Le attività che il richiedente asilo svolgerà sono quelle di carattere civile, per servizi resi alla collettività, tenendo conto delle inclinazioni del profugo stesso. Il Comune si impegna invece a favorire le attività di volontariato e di interesse collettivo, a individuare dei tutor e a sostenere le spese. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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