I primari dell’Asl 13 bocciano la Cgil

DOLO. «Respingiamo l’ipotesi di riassetto dell’Asl 13 proposta dalla Cgil perché peggiorerebbe i servizi ospedalieri sul piano della qualità, della quantità e della sicurezza dei servizi resi ai...
Mirano (VE): Esterno nuovo padiglione ospedale di Mirano. 23/10/00 (c) Light Image Studio. Morsego.
Mirano (VE): Esterno nuovo padiglione ospedale di Mirano. 23/10/00 (c) Light Image Studio. Morsego.

DOLO.

«Respingiamo l’ipotesi di riassetto dell’Asl 13 proposta dalla Cgil perché peggiorerebbe i servizi ospedalieri sul piano della qualità, della quantità e della sicurezza dei servizi resi ai cittadini. Auspichiamo che la proposta non venga considerata dalla Regione cui compete la responsabilità di definire la distribuzione dei servizi nelle varie Asl». A dirlo, con una nota unitaria dopo un incontro svolto lunedì pomeriggio, sono i primari di Dolo, Mirano e Noale che bocciano la proposta di riassetto dell’Asl 13 proposta durante un’assemblea pubblica organizzata dalla Funzione pubblica della Cgil di Venezia in villa Errera. «La soppressione dei cosiddetti “doppioni”», spiegano i primari, «se effettuata, ridurrebbe l’offerta di servizi alla popolazione e comporterebbe la perdita di professionalità infermieristiche, tecniche e mediche acquisite in questi anni. La proposta della Cgil dell’Asl 13 corrisponderebbe, se accolta dalla Regione, al taglio di una Chirurgia generale, una Medicina, una Rianimazione, una Ostetricia e ginecologia, una Radiologia, una Cardiologia, un Pronto soccorso e la cessazione delle attività di Cardiochirurgia». I primari sono contro la divisione netta dei servizi tra Dolo e Mirano: «Non è sostenibile la rigida divisione delle funzioni tra i due ospedali di Dolo e Mirano senza la presenza, in ciascuno di essi, dei reparti diagnostici e assistenziali. È necessario inoltre implementare la funzione di Lungodegenza riabilitativa di Noale. Pur condividendo gli intenti di potenziamento dell’assistenza territoriale espressi dalla Cgil, non riteniamo che le risorse necessarie per questo progetto vengano reperite sacrificando la funzione ospedaliera».

Giacomo Piran

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