I pm: un’altra perizia sul traffico acqueo

Indagini dopo la morte di Vogel. La Procura vuole sapere se dopo gli interventi di Zappalorto qualcosa è cambiato
Di Giorgio Cecchetti

«Non è garantita la compatibilità tra flussi di traffico in Canal Grande e le priorità da garantire al sistema di trasporto pubblico... né sono garantite le condizioni di sicurezza della navigazione». Con queste parole si concludeva la consulenza tecnica chiesta dai pubblici ministero Roberto Terzo e Francesca Crupi sulla situazione del traffico sulla principale via d’acqua di Venezia dopo la morte del turista tedesco Joachim Vogel, schiacciato da un vaporetto mentre era in gondola con la famiglia a Rialto.

I due pm, esattamente un anno dopo, hanno chiesto agli stessi esperti - il professore Agostino Cappelli, il comandante Antonio Morisieri e il contrammiraglio Lucio Borniotto - di svolgere la stessa ricerca in modo da constatare se, dodici mesi dopo, sono cambiate le condizioni del traffico acqueo.

Erano tre i quesiti ai quali i consulenti avevano risposto: dovevano analizzare il flusso e la composizione del traffico in Canal Grande e lo hanno fatto nel periodo giugno-settembre 2014; dovevano verificare la presenza di ostacoli o turbative alla sicurezza della navigazione; dovevano verificare la compatibilità del flusso di traffico con il rispetto delle regole in materia di sicurezza. Le domande, per la nuova perizia, sono le stesse, solo che dovranno monitorare i flussi del traffico nei tre mesi dell’anno successivo, quello in corso, e soprattutto, dovranno valutare gli interventi che l’ex commissario straordinario Vittorio Zappalorto aveva garantito. Dovranno, ad esempio, appurare se il sistema di telecamere Argos è stato messo in grado di funzionare a dovere e viene utilizzato dai vigili urbani per elevare le contravvenzioni sulla velocità; se i tre punti di controllo fissi (Rialto, Dogana e Stazione ferroviaria) in Canal Grande per la Polizia municipale sono stati costituiti; se le regole della navigazione vengono fatte rispettare; infine, se le nuove ordinanze sul traffico hanno modificato il caos che prima governava la navigazione soprattutto nei pressi di Rialto.

«Un morto in Canal Grande a causa della carenza dei controlli e della mancanza di regole certe c'è già stato, nel caso di un secondo decesso si può parlare di omissione di atti dovuti». In sostanza, questo era stato l’avvertimento per il commissario straordinario da parte della Procura, un avvertimento che ora vale per la nuova amministrazione.

Tra l’altro, la delega per il traffico acqueo l’ha trattenuta per sè il sindaco, dunque sarà Luigi Brugnaro in prima persona a dover rispondere nei prossimi mesi ai quesiti posti dai pubblici ministeri Terzo e Crupi, così come ha fatto Zappalorto. Prima di convocare il sindaco, però, i due rappresentanti della Procura attenderanno i risultati di questo nuovo monitoraggio del traffico in Canal Grande. L’obiettivo che si pongono i magistrati è quello che la navigazione nella maggiore via d’acqua si svolga nella massima sicurezza.

Prima questo non accadeva, tanto che Cappelli, Morisieri e Borniotto sono stati spinti a scrivere che visto che la principale turbativa dinamica viene da loro indicata nell'enorme dimensione dei flussi sarebbe necessario un ridimensionamento che avrebbe dovuto portare ad una diminuzione del traffico almeno del 40 per cento. Tra alcuni mesi saranno disponibili i nuovi dati sulla base dei quali i pm si muoveranno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia