I pescatori professionali si alleano con gli “sportivi”

Caorle. Presentato il piano triennale per il rilancio del settore contro la crisi Il progetto prevede una maggiore tutela della fascia costiera entro le tre miglia
I pescatori dei compartimenti di Chioggia e Caorle protestano contro le nuove norme UE sulla pesca a strascico: questa mattina oltre duecento motopescherecci, con a bordo circa tremila pescatori, hanno inscenato un carosello sul Canale della Giudecca, prima di attraccarsi davanti alla Capitaneria di Porto veneziana: poi una delegazione guidata dai sindaci dei comuni lagunari e' stata ricevuta dal governo regionale, per presentare una mozione di protesta al parlamento europeo. ANDREA MEROLA
I pescatori dei compartimenti di Chioggia e Caorle protestano contro le nuove norme UE sulla pesca a strascico: questa mattina oltre duecento motopescherecci, con a bordo circa tremila pescatori, hanno inscenato un carosello sul Canale della Giudecca, prima di attraccarsi davanti alla Capitaneria di Porto veneziana: poi una delegazione guidata dai sindaci dei comuni lagunari e' stata ricevuta dal governo regionale, per presentare una mozione di protesta al parlamento europeo. ANDREA MEROLA

CAORLE. Mentre Caorle si prepara all’inaugurazione del nuovo mercato ittico che si terrà proprio questa mattina alle ore 11, ieri nella località balneare il settore ittico è stato al centro di un convegno rivolto al rilancio e a una nuova connessione tra pesca professionale e pesca sportiva: due realtà alleate per lo sviluppo del comparto.

Si tratta di un nuovo piano triennale in sostegno della pesca e dell’acquacoltura voluto e finanziato dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che coinvolge tutta la costa veneziana e che si ripropone di creare una interconnessione tra le due realtà legate alla pesca con l’obiettivo di rilanciare l’intero settore, passando per la tutela ambientale e lo sviluppo di una nuova forma di turismo sostenibile.

In altre parole, favorire delle nuove forme di sviluppo economico. I punti cardini di questo progetto riguardano anzitutto una maggiore tutela della fascia costiera compresa entro le tre miglia, e su questo l’esempio da seguire è ancora una volta l’oasi marina di Caorle, meglio conosciuta come le tegnùe, ciò si traduce in una serie di interventi in grado di aumentare le quantità dei pesci ripopolando i fondali installando delle barriere naturali o semi-artificiali per impedire la pesca illegale e intensificando la presenza delle mitilicolture in tutta la costa.

I vantaggi? «Facendo accedere i pescatori sportivi nell’ambito dell’area di mitilicoltura, che rappresenta un sito attrattivo, si possono ricavare utili interessanti», ha spiegato Paolo Gentilomo, presidente provinciale della Fipsas e componente del comitato regionale.

«L’ingresso avviene a pagamento ed essendo l’area ricca di pesce il pescatore sportivo ottiene una propria soddisfazione. Il passo successivo sarà quello di modificare il substrato del fondale, senza andare ad occupare spazi esterni, aumentando la pescosità e la riproduzione del pesce con una successiva dispersione in mare a vantaggio nuovamente dei pescatori professionali».

«Siamo stati i primi a seguire questo filone», ha aggiunto l’assessore comunale di Caorle Francesco Gusso con riferimento a progetti di questo tipo avviati nell’oasi marina di Caorle nel 2005, «altri adesso stanno seguendo il nostro esempio».

Gemma Canzoneri

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