I pensionati avanzano arretrati 160 pratiche spedite all’Inps

La campagna dello Spi-Cgil per far ottenere anche quattordicesima e assistenza a coloro che ricevono meno di 750 euro mensili: 400 posizioni da verificare, per alcuni i rimborsi sono di migliaia di euro
10/05/2011 Roma, Forum della Pubblica Amministrazione 2011. Nella foto lo stand dell' INPS
10/05/2011 Roma, Forum della Pubblica Amministrazione 2011. Nella foto lo stand dell' INPS

Il patronato Inca della Cgil ha già inviato all'Inps circa 160 pratiche (su 400 individuate) di recupero di “prestazioni aggiuntive”, arretrati compresi, di cui altrettanti pensionati non sapevano nemmeno di avere diritto tanto che non hanno fatto domanda, passo necessario per ottenerle. La legge prevede che con una pensione inferiore ai 750 euro al mese si ha pienamente diritto a prestazioni aggiuntive come l'integrazione a pensioni inferiori ai 502 euro mensili, l'assegno sociale che spetta agli ultra 65enni con un reddito complessivo inferiore ai 5 mila euro. E ancora, maggiorazioni a vario titolo, la 14ª mensilità, l'assistenza per invalidi civili e inabili al lavoro e l'assegno di nucleo familiare.

Per questo il sindacato dei pensionati della Cgil ha avviato una campagna tra i suoi iscritti per recuperare i “diritti inespressi”, ovvero verificare le situazioni di ogni pensionato e presentare le relative domande per le prestazioni aggiuntive che spettano loro e, nel caso in cui esistono i presupposti, recuperare gli arretrati degli ultimi cinque anni, come prevedono le norme vigenti.

«Due mesi dopo l’avvio della campagna per i “diritti inespressi” dei pensionati», spiega Angiola Tiboni, segretaria generale dello Spi-Cgil veneziano, «abbiamo contattato oltre 2.400 pensionati e sono state verificate le situazioni previdenziali di circa 1.500 di loro. A tutt’oggi sono state individuate oltre 400 prestazioni economiche mancanti, pari al 28 per cento dei casi esaminati».

Le somme recuperate riguardano in particolare assegni familiarie, maggiorazioni sociali e la 14ª. Allo Spi-Cgil risulta che dei 243 mila pensionati esistenti a Venezia e nei comuni della Città metropolitana il 47 per cento ha una pensione inferiore ai 750 euro mensili e, quindi, avrebbe diritto a prestazioni aggiuntive. E con una pensione inferiore ai 750 euro al mese per un anziano, bisognoso di assistenza, è difficile e drammatico ad arrivare a fine mese. «Il problema», come osservano allo Spi-Cgil, «è che molti dei circa 110 mila pensionati veneziani che sono in queste condizioni, potrebbero rimpinguare la pensione mensile con le prestazioni aggiuntive ma non lo fanno perché non lo sanno».

Secondo le stime dello Spi le quantità economiche che saranno recuperate dai pensionati interessati «variano a secondo della tipologia di diritto inespresso e vanno mediamente dai 30 ai 120 euro mensili e, per gli arretrati, dai 1.800 ai 6.000 euro, ma sono stati individuati anche casi con somme maggiori da recuperare».

«Sono cifre considerevoli», osserva la Tiboni, «che rafforzano la nostra convinzione sull'importanza e sull'utilità di questa iniziativa di recupero dei diritti inespressi. Il nostro obiettivo è di continuare l'iniziativa che stiamo svolgendo e che ci impegnerà per i prossimi otto mesi per controllare almeno 10 mila posizioni pensionistiche nella provincia».

«La piena riuscita del progetto», tiene a sottolineare la segretaria dello Spi-Cgil, «è il frutto anche del contributo degli oltre 60 collaboratori che operano nelle 40 sedi della nostra struttura Metropolitana, alle quali si rivolgono giornalmente centinaia di pensionati e pensionate iscritti o non iscritti al nostro sindacato».

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