I musulmani a messa con i cattolici
MESTRE. Musulmani a messa solidali con i fratelli cristiani per aderire all’appello che arriva direttamente dalla Francia.
Domenica mattina la Comunità Islamica di Venezia e provincia, rappresentata dal presidente Mohamed Amin Al Ahdab e dall’imam Hamad Mahamed, e quella bengalese parteciperanno all’inizio della celebrazione domenicale in programma alle 10.30 nella chiesa della Resurrezione di Marghera, dove leggeranno un messaggio e consegneranno una lettera al parroco don Nandino Capovilla, che a sua volta la darà al patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Una lettera di condoglianze al capo della chiesa veneziana, per quanto accaduto in Francia e a Venezia. Il Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) dopo il massacro di Rouen ha lanciato un appello a imam e fedeli, perché si rechino nelle chiese in segno di solidarietà e compassione dopo il vile assassinio di padre Jacques Hamel, sgozzato mentre celebrava messa. Un appello rilanciato dall’italiana Coreis e apprezzato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Anche in Veneto l’imam Layachi Kamel dalla sua pagina Facebook si è rivolto alle comunità di fedeli musulmani, spronandole ad andare in chiesa. «Con l'imam e diversi rappresentanti della nostra comunità e di quella bengalese», spiega l’architetto Amin, «ci recheremo alle 10.15 a messa, per portare un saluto alla comunità e consegnare a don Nandino una lettera per il Patriarca. Anche venerdì, prima dell’inizio del sermone, abbiamo condannato il macabro gesto dell’uccisione del sacerdote francese, un atto che ci ricorda che questi assassini non sono solo senza religione, ma sono senza cuore, non appartengono a nessuna fede. Uccidere una persona, un prete, che per definizione è caritatevole e ama il prossimo ci addolora profondamente, perché significa anche uccidere tutta l’umanità. Per questo parteciperemo alla messa, per significare una volta in più che cristiani e musulmani non sono nemici, anzi, questi gesti rafforzano e rinsaldano il nostro legame. Il Papa dalla Polonia lo ha detto chiaro: non è questa una guerra di religione e io aggiungo che è una guerra politica e di potere. Chi compie simili atti è nemico non solo della religione, non solo dell’Occidente, ma è nemico sopra ogni cosa della vita. Sono gesti che vogliono indurci a farci la guerra, ma noi siamo più uniti di prima e non dobbiamo rassegnarci, altrimenti vince l’odio, noi invece amiamo la vita e la democrazia».
«È con grande dolore e profonda tristezza», si legge nella nota per il Patriarca, «che le porgiamo le condoglianze della nostra comunità per la vittima, biasimando con determinazione quest’atto, che non si colloca in nessuno dei nostri principi religiosi».Il presidente fa riferimento anche a un altro episodio, quello del giovane marocchino senza fissa dimora che aveva gettato a terra il crocifisso ligneo della chiesa dei Santi Geremia e Lucia: «Siamo favorevoli all'espulsione, monito perché queste cose non accadano più: la sicurezza di un Paese non è uno scherzo, sono gesti che non fanno parte dell’Islam, che non parlano per la nostra fede».
«Ci dissociamo con determinazione dall’atto blasfemo compiuto da un musulmano che, alterato dall’alcol, ha offeso, lesionandolo, un simbolo sacro importantissimo», si legge nel messaggio destinato a Moraglia. «L'Islam sostiene che bisogna rispettare la religione e non offendere quelle degli altri, compresi i loro simboli. La nostra comunità rifiuta tutti i gesti che possono seminare dolore, sofferenza e disordine, preghiamo Allah perché possa proteggere questo Paese da atti odiosi e violenti».
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