I mosaici dei bambini di tutta Italia: 17 mila alla Guggenheim
VENEZIA. Arrivando a Venezia, con i cappellini gialli tutti uguali e zaini pesantissimi perché la gita è una cosa seria, nessuno di loro riconosce il proprio lavoro. Nemmeno un attimo di delusione: piuttosto l’improvviso disvelamento di qualcosa che non dimenticheranno, la consapevolezza di aver fatto la propria parte per costruire qualcosa che è diventato opera di tutti e di far dunque parte, a pieno titolo, della collettività.
È questo Kid Creative Lab, in corso fino a domenica alla Collezione Guggenheim di Venezia: 300 mila bambini da tutta Italia, ogni regione nessuna esclusa, hanno partecipato al progetto promosso dalla Collezione attraverso il settore di attività educative, e sostenuto da Ovs, Trend e De Agostini. Hanno ricevuto, durante l’anno scolastico, sacchettini di tessere da mosaico in vetro riciclato (offerte da Trend). Ovs ha fatto da base operativa per la distribuzionesul territorio, i bambini, seguiti dalle insegnanti a scuola (ma in duemila anche soli, li riconosci perché a loro sono state consegnate tessere arancioni e i loro quadratini spiccano sui muri) hanno lavorato. Ogni regione riceveva colori diversi in diverse sfumature: verde come i boschi il Trentino, rosso come le case delle sue città l’Emilia, blu come la laguna e il mare il Veneto e la Sardegna. Ogni bimbo, con le sue 25 tessere, faceva il suo quadrato; ogni classe e ogni scuola assemblevano i quadrati secondo un disegno, una fantasia.
I lavori finiti sono stati rimandati, via Ovs, alla Guggenheim; i giovani del settore educativo li hanno montati nelle sale. Dove adesso i colori si rincorrono a costruire un’Italia ideale, che poi a ben guardare è un’Italia assolutamente reale: con tutte le sue differenze geografiche e naturali, con i contrasti, con un apparente, insanabile caos. Con la sua commovente bellezza, la sua eccellenza artistica e creativa che - i bambini lo dimostrano - è nel dna. Con l’entusiasmo delle educatrici, delle insegnanti, anche dei rappresentanti delle aziende sponsor, che stanno tutto il giorno tra grane e bilanci ma son già qui che pensano a quello che si può fare di bello, con i bambini e la Guggenheim, il prossimo anno.
Ma prima c’è da godere questa edizione: in quattro giorni, 17 mila visitatori. E bambini, bambini, ancora bambini: che si perdono a guardare l’Italia che hanno contribuito a costruire, la sfiorano con le dita. Poi siedono davanti ai Picasso e ai Calder, ascoltano rapiti le storie di Peggy che le guide raccontano con tono di favola e contenuto di manuale.
Il direttore della Collezione, Philip Rylands, dice che è qui che si costruisce il futuro: «perché il dialogo scuola-famiglia-museo favorisce lo sviluppo di un senso critico ed estetico». L’amministratore delegato di Coin-Ovs Stefano Beraldo fa capire che questa è la sua fantastica ora d’aria: «Siamo entrati in contatto con le scuole di tutta Italia creando un connubio tra il nostro marchio Ovs, primo in Italia nel settore bambino, il più importante museo di arte moderna e contemporanea italiano, il territorio, le famiglie, i bambini». Per la famiglia Bisazza di Trend collaborare è stato bellissimo: «i temi ispiratori erano particolarmente in linea con la nostra filosofia: ecologia e natura sono aspetti che stanno molto a cuore alla nostra azienda».
De Agostini premia con materiale didattico la scuola che ha partecipato con il maggior numero di bambini: l’istituito comprensivo di San Giovanni Rotondo, 677 bimbi, uno di loro non vedente: ha sentito, dicono le maestre, la bellezza dei colori, la gioia della creatività e del lavoro di gruppo.
Il 2015 sarà Expo: l’idea c’è già, 500 mila bambini che seminano minuscoli orti destinati a diventare una grandiosa scultura per uno dei due principali ingressi a Milano, in collaborazione con il Padiglione Italia.
I grandi progettano, i cappellini gialli sciamano. Da qualche parte in giardino, tra gli alberi nel pieno della fioritura, se cerchi bene la puoi vedere: Peggy sorride, questa è la sua casa così come sarebbe piaciuta a lei.
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