«I miei due nipoti senza genitori né aiuti dallo Stato»

A tre mesi dal terribile omicidio suicidio di Dogaletto di Mira la famiglia di Sabrina lancia un appello alle istituzioni
MIRA. «A più di due mesi dalla morte di mio cognato Luigi e di mia sorella Sabrina nel tragico omicidio suicidio avvenuto a Dogaletto, abbiamo avuto il grande aiuto di tante persone del paese che, con collette e mettendosi semplicemente a disposizione, ci sono state vicine. Purtroppo gli aiuti da parte delle istituzioni sono in ritardo».


A dirlo con molta amarezza è Maurizio Panzonato, fratello di Sabrina. La donna era stata assassinata lo scorso agosto davanti alla propria abitazione proprio dal marito, Luigi Nocco, che prima l’ha accoltellata e, nonostante lei fosse riuscita a scappare in strada, l’ha raggiunta freddandola con la pistola d’ordinanza. Subito dopo Nocco si è suicidato con un colpo alla tempia. Una tragedia con due orfani.


Al momento del fatto di sangue era scattata una gara di idee e proposte concrete su come aiutare i figli della coppia rimasti orfani dopo il terribile omicidio-suicidio.


«Molti di questi aiuti sono arrivati prevalentemente in modo spontaneo», racconta Maurizio, «colleghi di Sabrina e Luigi e anche tanta gente di Dogaletto e di Marghera, dove abitano i miei genitori e Sabrina è cresciuta, ci hanno portato aiuti e denaro. È arrivato, come promesso, lo psicologo inviato dal Ministero dell’Interno per aiutare i miei nipoti di 15 e 17 anni rimasti senza mamma e papà. Gli aiuti che però non abbiamo ancora visto sono stati quelli delle istituzioni cioè da parte dei Comuni e dello Stato».


In questi mesi i ragazzi sono stati affidati tutti e due allo zio che ne è il tutore fino a che sono minorenni. «È una situazione non facile da tanti punti di vista», ammette Maurizio Panzonato, «speriamo che Stato e Comuni si muovano più in fretta di quanto successo finora, anche con contributi ed eventuali pensioni di reversibilità in favore di questi due ragazzi che sono ora le principali vittime viventi della terribile tragedia dello scorso agosto».


I due ragazzi sono formalmente residenti ancora nel Comune di Mira. «Nelle scorse settimane a causa di un disguido postale», spiega lo zio, «una richiesta di incontro con i servizi sociali del Comune è ci è arrivata a casa scaduta, cioè dopo la data che era stata stabilita. Speriamo che ora, sistemate le incombenze burocratiche e la vicenda dell’affidamento del tutore legale (in questo caso lo stesso zio) aiuti concreti possano arrivare più celermente alla nostra famiglia già colpita da un lutto terribile».


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