"I magnifici 7": remake che non piace ai critici ma entusiasma i fan

Il film di Antoine Fuqua "taglia" la parte iniziale dell'arruolamento dei pistolers e si concentra sullo scontro. Appassionati del genere un po' "freddini", ma l'accoglienza dei fans ai loro beniamini è in stile hollywoodiano
Chris Pratt e Denzel Washington applauditi dai fan al Lido (foto Giacomo Costa)
Chris Pratt e Denzel Washington applauditi dai fan al Lido (foto Giacomo Costa)

LIDO DI VENEZIA. La Mostra del cinema si congeda a colpi di pistola: fuori concorso arrivano "I magnifici 7" nel remake del classico di John Sturges del 1960 firmato da Antoine Fuqua che a quindici anni da "Training day" torna a dirigere la coppia Denzel Washington/ Ethan Hawke.

Dopo il musical di apertura, si chiude, dunque, con un altro film di genere che non sembra aver entusiasmato il pubblico del Lido. Colpa di una prima parte molto debole che si sofferma appena sui caratteri dei protagonisti, sgonfiando le potenzialità del racconto di reclutamento di sette canaglie chiamate a proteggere la cittadina di Rose Creek angariata dal magnate Bartholomew Bogue.

Tra loro, oltre a Washington e Hawke, un asso del grilletto belloccio e sbruffone (Chris Pratt), un indiano comanche, un energumeno un po' mistico (un sorprendente Vincent D'Onofrio), un messicano e un mercenario dai lineamenti orientali più a suo agio con i coltelli che con il fucile.

"I magnifici 7": i remake non sfondano mai

Fuqua non aspetta altro che la battaglia finale, quando the magnificent si preparano allo scontro, tra dinamite, mitragliatrici gatling e pallottole che fischiano da una parte all'altra dello schermo, mentre nei protagonisti si fa largo la sensazione di combattere per qualcosa che va oltre il denaro. Roboante (anche troppo), "I magnifici 7" si chiude sulle note del tema musicale di Elmer Bernstein facendo rimpiangere l'originale.

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