I libri non rendono come le slot machine: Cafè 74 ha chiuso

Caltana. Aveva sostituito le videolottery con una libreria Ai clienti: «Non fatevi contagiare dalle febbre del gioco»

CALTANA. «Passo e chiudo». Con amarezza Alessio Simonato abbassa per l’ultima volta le serrande del suo Cafè 74, il bar di via Gorgo salito alle cronache per aver sostituito le slot con i libri. Quel piccolo locale gestito con tanta passione, da una settimana, non esiste più. L’aver eliminato le slot-machine non è l’unico motivo della chiusura, ma forse aver rinunciato a un introito sicuro ha affrettato il destino dell’attività. Anche se lui resta fedele alla scelta, che non rinnega e, anzi, saluta tutti raccomandando: «Non lasciatevi contagiare dalla febbre del gioco».

Adesso però la chiusura del Cafè 74 diventa tema di dibattito politico, con il centrosinistra (che dopo la scelta coraggiosa di Simonato aveva organizzato davanti al suo locale anche un flash-mob di sensibilizzazione) che ora accusa la maggioranza di non aver fatto abbastanza per sostenere chi, come il Cafè 74, aveva intrapreso la difficile strada di combattere concretamente le ludopatie. L’ormai ex titolare del bar, lascia a Facebook poche parole per spiegare la decisione di chiudere: «È una scelta difficile», afferma, «ma purtroppo sono venuti a mancare i presupposti per continuare questa avventura e sono stato costretto a chiudere. Ciò detto, voglio salutare e ringraziare, soprattutto gli amici e i clienti, per la fedeltà e la pazienza. Grazie anche a tutti quelli che mi hanno appoggiato nella lotta alle slot e alle videolottery: non lasciatevi contagiare dalla febbre del gioco, mi raccomando».

In realtà, chi ha seguito Alessio nei giorni difficili della decisione più drastica, assicura che aver eliminato le slot non è stato il motivo principale della chiusura del locale, a cui concorrono altri motivi di ordine economico. Insomma: slot o libri, probabilmente Cafè 74 avrebbe chiuso comunque, come tanti altri piccoli locali vessati da tasse, spese e concorrenza. «Ma avevamo presentato a ottobre un ordine del giorno per premiare chi, come lui, avesse rinunciato alle slot, privilegiando gli aspetti etici al guadagno sicuro», incalza ora Civica Insieme, che candida a sindaco Giuliana Andreello, «avevamo chiesto di sostenere i commercianti con incentivi sulla tassazione locale, che dovevano essere quantificati con il bilancio di previsione, approvato a dicembre. La proposta fu approvata all’unanimità da tutto il Consiglio comunale. Cosa è stato fatto di tutto ciò?». Il sindaco Nicola Fragomeni però non ci sta: «Noi avevamo stabilito che chi avesse tolto slot e videopoker non avrebbe dovuto pagare Ici e Imu, i cui bollettini però arrivano a fine giugno. La candidata del centrosinistra e del Pd dovrebbe sapere che i Comuni non possono tagliare ad personam queste imposte e pertanto l’unica via percorribile è dare un contributo: per farlo però serve fare richiesta e in Comune non ne è arrivata ancora nessuna. Magari i motivi della chiusura sono altri, ci ha pensato?».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:slotbar

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia