I legali difendono le sedi distaccate
VENEZIA. Gli avvocati veneziani tutti d’accordo nel contestare la soppressione delle sedi distaccate del Tribunale, ma divisi sulla soluzione avanzata dalla Camera civile di Portogruaro, quella di accorpare quest’ultima sede a Pordenone e non a Venezia. Nell’incontro di ieri, organizzato dal Consiglio dell’ordine forense lagunare, la discussione, a tratti anche animata, ha coinvolto da una parte il presidente dell’Ordine Daniele Grasso dall’altro il presidente della Camera avvocati di Portogruaro Alvise Cecchinato. Alla fine dell’incontro, comunque, è stata approvata all’unanimità una delibera che, preso atto delle soppressioni delle sedi distaccate, dichiara lo stato di agitazione degli avvocati veneziani, tutti a favore del mantenimento delle sedi distaccate di Portogruaro, San Donà, Dolo e Chioggia.
L’avvocato Grasso ha sostanzialmente ribadito la posizione che aveva reso nota con un comunicato la scorsa settimana, nel breve documento sosteneva che «la scelta di accorpare la sezione di Portogruaro a Pordenone è frutto di un compromesso politico lontano dalla storia, dalla cultura e dalla tradizione veneta, profondamente incoerente con la prospettiva di Venezia città metropolitana ed estraneo a qualsiasi tipo di confronto con le istituzioni di riferimento. Sul punto sarà necessario un serio ripensamento». Parole chiare, una posizione opposta a quella di Cecchinato e, se non di tutti, della maggioranza degli avvocati portogruaresi. Il presidente della Camera civile del Veneto Orientale ha difeso la sua posizione e ha criticato il collega che non ha partecipato a convegno organizzato dagli avvocati, ma era presente anche il sindaco e altri esponenti politici, nell’aula consiliare di Portogruaro
Dopo il decreto delegato del ministro Paola Severino sulle soppressioni è stata resa nota un’ulteriore decisione del governo, che ha portato acqua a chi contesta l’accorpamento in direzione del Friuli, quella della probabile cancellazione della provincia di Pordenone, che potrebbe avere conseguenze anche nel settore della Giustizia. Tra l’altro, il solo apparato statale che finirà nell’orbita friulana è quello della giustizia, tutto il resto, dal catasto all’Agenzia delle entrate, dalla Prefettura alla Questura, rimarrà collegato alla provincia di Venezia, che dovrebbe diventare città metropolitana. Un ulteriore complicazione non solo per i cittadini ma soprattutto per gli avvocati.(g.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia