I lavoratori Vetronaviglio parte civile contro l’azienda
MIRA. «Il piano per la separazione delle acque fra la Reckitt Benckiser e Zeolite è pronto. Puntiamo a far ripartire l’azienda ferma da nove mesi per l’inizio del 2016». Ad annunciarlo è Davide Stoppa, referente per Filctem Cgil dopo l’illustrazione ieri mattina a sindacati e Rsu di un piano commissionato dall’azienda che dovrebbe risolvere la crisi Zeolite, azienda si trova nell’area Benckiser. La situazione quest’anno si è complicata a causa di un contenzioso sul pagamento delle bollette energetiche fra aziende, fino a costringere Zeolite a chiudere e lasciare a casa i suoi 40 dipendenti.
«Il progetto di Zeolite commissionato a un professore universitario», spiega Stoppa, «è fattibile. Così non ci saranno più commistioni di utenze fra aziende. Tutta l’operazione sarà coordinata da Veritas e sarà sottoposta al Ministero. Vedremo se c’è l’intenzione di condannare i 40 lavoratori alla perdita definitiva del posto di lavoro». Intanto i lavoratori della Zeolite restano almeno fino ad aprile in cassa integrazione straordinaria. Poi scatterà la mobilità se la situazione non si risolve. «Il timore», conclude Stoppa, «è che se questo progetto di separazione delle acque, su cui Zeolite ha investito denaro, non verrà accettato, l’azienda decida dal canto suo di trasferirsi da un’altra parte».
Altro fronte caldo a Pianiga. «Quando si andrà a giudizio contro Vetronaviglio per attività antisindacale, i lavoratori si costituiranno nel processo parte civile e chiederanno i danni all’azienda». A spiegarlo sono i sindacati e le Rsu dell’azienda di Rivale di Pianiga, che si trovano di fronte ad un atteggiamento di totale chiusura da parte della proprietà. «La proprietà», spiega Michele Pettenò, della Filctem Cgil, «ai dipendenti della Vetronaviglio ne ha combinate di tutti i colori. Hanno sostituito i lavoratori in sciopero con personale proveniente da Milano. Ai lavoratori in sciopero devono ancora pagare gli stipendi di agosto. Non vogliono dare nemmeno rassicurazioni di continuità lavorativa a chi accettasse la loro soluzione di trasferirsi a Milano. Questo atteggiamento è fuori da ogni regola e a nostro avviso sarà condannato in Tribunale, per questo ci costituiremo parte civile in un processo».
Le difficoltà alla Vetronaviglio sono cominciate all’inizio del 2015. La Vetronaviglio ha due sedi, una amministrativa a Milano e una produttiva a Pianiga, dove produce stampi di plastica. L’azienda ha comunicato a settembre la volontà di trasferirsi a Milano, a partire dal gennaio del 2016, motivando l’operazione per problemi legati a perdite di bilancio. Sono 23 i lavoratori, secondo i sindacati, che perderanno il proprio lavoro. Per i sindacati e i lavoratori si tratta di un’operazione studiata a tavolino e non sono disposti ad alcun trasferimento della ditta. Posizione ribadita in un recente incontro in Regione. «I lavoratori», conclude Pettenò, «sono in sciopero da cinque settimane e andranno avanti ad oltranza. Siamo convinti che spazio per non far trasferire l’azienda ce ne sia ancora, per questo di ammortizzatori sociali non vogliamo sentirne parlare».
Alessandro Abbadir
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