I lavoratori del Carrefour: «Senza un attimo di respiro»

«Una mattinata tutta di corsa, non c'è stato un attimo di respiro qui da noi», per il personale del supermercato Carrefour di Marcon quella di ieri non è stata una giornata facile, come raccontano...

«Una mattinata tutta di corsa, non c'è stato un attimo di respiro qui da noi», per il personale del supermercato Carrefour di Marcon quella di ieri non è stata una giornata facile, come raccontano commesse e addetti alle corsie: il Santo Stefano lavorativo dei dipendenti della catena francese, infatti, sembra aver attirato un gran numero di clienti ansiosi di voler coprire i buchi che pranzi e cenoni hanno aperto nelle loro dispense, e così per tutta la mattina di lunedì il lavoro è proseguito a tappe forzate, per riuscire a stare dietro alle richieste di tutti.

«A livello numerico noi del supermercato eravamo più o meno gli stessi che vengono chiamati per coprire le domeniche, ma c'è stato molto da fare anche perché quasi tutti i clienti sono venuti qui per fare vere e proprie “spesone”, e perciò le file alle casse scorrevano lentamente - spiegava una dipendente in pettorina blu -. Difficile fare stime sulle presenze, non abbiamo avuto il tempo neppure di fermarci un secondo, solo all'ora di pranzo si è avuto un attimo di tregua».

Altrettanto concitata anche la situazione dell'Interspar di Mestre: «Qui siamo abituati a una clientela multietnica, con tradizioni culturali molto differenti, e ci aspettavamo perciò che molti cittadini di origini straniere, magari meno abituati di noi ai calendari delle festività natalizie, riempissero il supermercato - specificava una cassiera con la polo rossa del gruppo Spar -. In ogni caso anche gli italiani e i mestrini non sono mancati, segno che alla fine queste aperture straordinarie fanno comodo a tutti, non solo a chi ha abitudini differenti».

I lavoratori della grande distribuzione, in via Torino come nell'area commerciale di via Mattei, non hanno tutti mostrato segni di insofferenza per la giornata di festa persa: «Io mi sono organizzato - scherzava un addetto alla sicurezza - e per lasciare la città aspetto capodanno». (gi.co.)

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