«I gruppi di vicinato crescono, ora la fase finale»

Il coordinatore, Enrico Gavagnin, plaude i cittadini: quanto è accaduto conferma che il metodo funziona
Foto Agenzia Candussi/ Artico/ Cipressina, centro civico via Ciardi/ Incontro pubblico sul tema"Sicurezza urbana consapevole e partecipata: il controllo di vicinato"
Foto Agenzia Candussi/ Artico/ Cipressina, centro civico via Ciardi/ Incontro pubblico sul tema"Sicurezza urbana consapevole e partecipata: il controllo di vicinato"

MESTRE. Il controllo di vicinato va a gonfie vele, tanto che a giorni verranno installati in città i primi cartelli che indicano l'attività in corso e attivato il numero ad hoc in sala operativa da parte del comando dei vigili.

Il consigliere delegato alla Sicurezza partecipata e coordinatore del progetto di controllo di vicinato, Enrico Gavagnin, che da mesi ci sta lavorando, non solo esprime soddisfazione per il ritrovamento dell'auto rubata e il fermo dei responsabili del furto, ma fa anche il punto della situazione: «È un bel colpo, i gruppi sono soddisfatti e mi complimento con loro. Quanto accaduto è importante per far vedere che il metodo che abbiamo messo in piedi funziona ed è vincente oltre che ben oliato proprio grazie al coordinamento con il controllo del vicinato, che è un'associazione di cittadini. Si tratta di una collaborazione tra forze di polizia e cittadini fatta dal basso e dall'interno, che mette assieme cittadini-poliziotti e cittadini del controllo del vicinato».

Gavagnin è un poliziotto, ma all'interno dei gruppi sempre connessi tra di loro, di agenti che sono anche residenti nel territorio, ce ne sono diversi e anche questi ultimi sono in contatto tra di loro e con le altre forze di polizia. I gruppi, oramai, contano quasi 1.500 persone. «Prima ci sono state le adesioni raccolte sotto due forme, via web oppure di persona, poi gli incontri divulgativi e informativi, che si sono conclusi, il 12 dicembre saremo nella frazione di Prasecco a Carpenedo, ma si tratta di un gruppo già formato e attivo, in Rione Pertini ci hanno chiesto addirittura di fare un secondo incontro. Adesso siamo passati alla fase tre, quella cioè degli incontri mirati formativi ristretti, con i coordinatori dei vari gruppi whatsapp, che sono già una cinquantina, e in questo caso serve l'ausilio delle forze dell'ordine, prefettura e questura». Prosegue: «Il gruppo della Gazzera, da dove è arrivata la segnalazione, era ancora in fase sperimentale, i cittadini stanno imparando a gestire il sistema e il funzionamento, ma hanno fatto centro. Anche il gruppo di Asseggiano che si è appena costituito sta muovendo i primi passi».

Ripete Gavagnin: «Adesso siamo nella terza fase, quella avanzata, quella in cui riparametriamo i gruppi che si sono formati, li calibriamo, prendiamo la mira, ma nel frattempo le altre fasi si compenetrano, perché il numero aumenta sempre e il controllo si amplia a macchia d'olio raggiungendo sempre più pezzi di città. A breve verrà comunicata la data di installazione dei cartelli e di attivazione del numero unico operativo, siamo agli sgoccioli».

Conclude Gavagnin: «In tre mesi abbiamo raddoppiato i numeri e messo in moto questa organizzazione che gli altri ci invidiano, perché mi stanno contattando da altri comuni e da altre regioni d'Italia per avere informazioni e chiedere consigli». Un progetto pilota, quello di Venezia, viste le dimensioni della città. (m.a.)

 

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