I genitori: «Filippo continuerà a vivere»

VENEZIA. «È disumano sopravvivere ai propri figli. Il vostro amore e i vostri pensieri ci stanno aiutando ad affrontare la prova più grande del mondo». Più passano le ore, più il dolore per la perdita del giovane Filippo Marin, detto Pippo, si fa sentire. Ieri i genitori Marco Marin e Carolina Da Tos hanno trovato la forza di rispondere ai tantissimi messaggi arrivati dagli amici.

Nel momento più tragico della loro vita, sono riusciti a dare più spazio all’amore che alla disperazione: «Siamo stati molto fortunati ad avere un figlio come Pippo», ha detto la famiglia, insieme al fratello Lorenzo, rimasto a Venezia con i parenti più stretti, «perché era un ragazzo pieno di idee e di progetti ed era molto avanti, ed è questo che ci piacerebbe che le persone ricordassero di lui. I suoi pensieri e il suo modo di essere rimarranno tra gli amici e tra chi gli voleva bene».
I genitori hanno anche espresso il desiderio che gli organi del ragazzo siano donati: «Lui avrebbe dato la sua vita per gli altri», hanno spiegato, «e in questo modo una parte di lui continuerebbe a vivere».
Il dramma è avvenuto la notte di mercoledì 20 sulle scogliere a strapiombo sul mare della spiaggia di Sagres, nell’Algarve, in Portogallo. Il gruppo di amici era appena arrivato da Lisbona per trascorrere qualche giorno nella costa portoghese, famosa per i suoi tramonti. Pippo, diciannove anni, festeggiava la fine della scuola e il premio di architettura vinto lo scorso maggio nel liceo artistico statale che frequentava, nella classe IV D. Nonostante i ragazzi avessero già provato alla mattina il fatale sentiero e ci fosse una grande luna piena, qualcosa è andato storto. Pippo è precipitato improvvisamente da oltre cinquanta di metri.

Il destino ha voluto che a inciampare fosse proprio lui, noto per la sua prudenza e per nulla spericolato. I soccorsi sono arrivati dopo qualche ora, in quanto non c’era campo per la linea telefonica e non è stato facile trovare il corpo, inghiottito dal buio e dalle frastagliate rocce. Non appena giovedì mattina si è appresa la notizia, i suoi amici, distrutti dal dolore, si sono trovati per condividere lo strazio e cercare di riempire un vertiginoso vuoto. Disarmati, hanno continuato a parlare del loro amico, l’unico modo per affrontare uno strappo insopportabile.

Il pianto per la sua perdita si alterna a qualche risata che, per pochi istanti, riporta in vita Pippo: «Gli piaceva tantissimo cucinare ed era sempre lui l’addetto ai fornelli», raccontano le amiche del cuore Gaia Sabian, Lisa Barban ed Emma Fari, trattenendo a stento le lacrime. «La sua specialità era la carbonara, ma gli piaceva tantissimo la pizza hamburger che ormai chiamavamo la pizza Pippo. Ci faceva sempre ridere, sempre. Riusciva ad avere una misura per le cose, sapeva ridimensionarle e con una battuta sistemava tutto».
Il dolore arriva quando si realizza che non c’è più. «Gli piacevano tantissimo le architetture strane», ricordano le ragazze, per esempio Zaha Hadid. Dovevamo andare a vedere la mostra insieme quest’estate. Eravamo appena stati in montagna. Avevamo camminato tantissimo, lui era affidabile e davvero prudente, ci sembra impossibile quello che è successo». Le ragazze facevano parte della classe, ma si vedevano sempre anche fuori. Dopo la gita a Praga l’amicizia era cresciuta: «Ascoltava tutta la musica, ma l’unica canzone che sapeva dall’inizio alla fine era Certe Notti di Ligabue. Poi ci faceva ridere quando cercava di imitare Checco Zalone e la canzone Cado dalle Nubi. Pippo era la persona migliore del mondo».
Venerdì sera la veglia nella chiesetta di San Silvestro ha ricordato Pippo. Oggi dovrebbero rientrare sia il gruppo di ragazzi che i genitori, con gli amici che li hanno accompagnati, mentre è ancora incerta la data di rientro della salma. Da ieri i messaggi degli amici hanno continuato a farsi sentire nei social e a tutti i genitori hanno trovato la forza di rivolgere un pensiero. I loro profili Facebook sono cambiati. Al posto del volto, ora c’è un cielo azzurro con grandi nuvole bianche, forse l’infinito dove si trova Pippo.
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