I comitati scrivono a Renzi: «Stop agli scavi in laguna»

Nuovo dossier inviato al Governo. «Pericolose per la laguna soluzioni come il canale Contorta o il Vittorio Emanuele. Autorità portuale da commissariare»
Una recente manifestazione del comitato "No Grandi Navi"
Una recente manifestazione del comitato "No Grandi Navi"

VENEZIA. «Ritirare i progetti di scavo del Contorta e del Vittorio Emanuele, vietati dalla legge e devastanti per la laguna. Commissariare l’Autorità portuale e mandare avanti le vere alternative progettuali, mettendo a gara la gestione dello scalo passeggeri». Il Comitato «No Grandi Navi-Laguna Bene comune» torna all’attacco. Al termine di una affollata assemblea la decisione di inviare al Governo un nuovo dossier e una protesta per chiedere misure e regole per le compagnie di navigazione che vengono a Venezia. «Il governo non può prestarsi a sostenere interessi economici di parte», scrivono in una nota Armando Danella e Luciano Mazzolin, «anche di fronte a un’Autorità portuale che abbandona con disinvoltura un progetto sostenuto da anni per una Variante di cui ancora non esiste progetto».

«Un disastro annunciato per l’ecosistema lagunare. Soprattutto se passerà la proposta richiesta proprio da Comune e Porto di un nuovo decreto che sostituisca i limiti di stazza con quelli dell’anno di costruzione della nave». Pericoli anche per le emissioni dei camini e dei fumi, continua il Comitato. Che respinge anche l’idea dell’«elemosina»: «Le comepagnie in cambio del Contorta verserebbro 2-3 euro a passeggero. Una sorta di elemosina che permetterebbe deroghe alle grandi navi».

Nuove iniziative sono annunciate per settembre dal Comitato, che chiede siano prese in esame anche le altre soluzioni alternative al passaggio delle navi davanti a San Marco. Ci sono quelle che prevedono il terminal passeggeri al Lido, davanti all’isola del Mose – con le varianti dei progetti De Piccoli, Boato-Vittadini, Claut – e poi le nuove banchine a Marghera, dove potrebbero ormeggiare senza problemi le navi da crociera più grandi. «Alternative che non vengono considerate», accusano i comitati, «perché in questo caso la nuova Marittima dovrebbe essere assegnata in gestione con una gara e non più direttamente a Vtp com’è oggi».

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