I comitati: «Costa si deve dimettere»
«Basta scherzare con l’acqua. Il progetto di scavo del Contorta è devastante, e al governo chiediamo di rimuovere dal suo incarico il presidente del Porto Paolo Costa». Si alza il livello dello scontro sul nuovo progetto di canale in laguna. E un gruppo di associazioni (Italia Nostra, Venezia cambia 2015, Gruppo 25 aprile, Ambiente Venezia, Comitato No Grandi Navi, Venessia.com, Gruppo Poveglia, Venezia Viva) ha deciso di chiedere al governo le dimissioni del presidente del Porto. Sono state inviate al ministero dell’Ambiente altre dodici osservazioni molto critiche sullo Studio presentato dal Porto. «La valanga di obiezioni presentate dai cittadini», si legge in una nota congiunta, «nonostante i tempi ristretti imposti per la Valutazione di impatto ambientale e le forzature procedurali non hanno ottenuto l’effetto sperato dal proponente ma, al contrario, hanno rafforzato i sospetti». «Che adesso trovano conferma nelle osservazioni presentate al ministero dell’Ambiente da autorevoli esperti», commenta Marco Gasperinetti, portavoce di 25 aprile, «che dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio la superficialità della documentazione presentata a supporto dello scavo». «Viste le tante irregolarità e carenze denunciate da soggetti diversi», conclude la nota, «chiediamo subito un passo indietro a chi sta mettendo a rischio la città e la laguna, ma anche le prospettive di sviluppo del suo porto». Il clima si fa sempre più rovente, in vista della chiusura dei termini per la presentazione delle osservazioni.
Comune. Concluso anche il lavoro di Ca’ Farsetti e degli esperti dell’assessorato Ambiente affiancati da studiosi del Corila, delle Università e del Cnr. Il contenuto del rapporto sarà reso noto a fine settimana, dopo l’approvazione del commissario nella veste di Consiglio comunale. Molte le perplessità, non soltanto procedurali, contenute nelle osservazioni.
Soprintendenza. Nei giorni scorsi sono state inviate a Roma le osservazioni firmate dalla Soprintendenza ai Beni paesaggistici. Sarà il ministero dei Beni culturali a inoltrarle formalmente all’Ambiente. Il ministro Franceschini e la sottosegretaria Borletti Buitoni hanno ribadito più volte la loro contrarietà allo scavo in laguna («A un certo punto avevamo pensato di mettere il vincolo», ha detto la Buitoni) e adesso potranno avvalersi di studi e ricerche in particolare sull’impatto degli oltre 400 ettari di nuove velme e barene previste dal progetto del Porto per utilizzare i 6 milioni e mezzi di fangi scavati dai fondali.
Ecoistituto. Inviate a Roma anche le osservazioni del gruppo di studio canale Contorta che per l’Ecoistituto ha messo a punto studi e rilievi per dimostrare la «non compatibilità ambientale» del progetto Contorta, canale largo 14 metri che si vorrebbe portare a 120, profondo dieci metri e mezzo rispetto ai due attuali. Il gruppo composto da Andreina Zitelli, Giovanni Fabbri, Franco Migliorini, Marco Zanetti, Alberto Bernstein, Francesco Pedrini, Ezio Castelli e Michele Boato definisce lo scavo «massimamente intrusivo nel sistema lagunare». Ci sarebbe anche un problema di erosione e di sicurezza per le navi nel canale dei Petroli.
Italia Nostra. Altra osservazione inviata da Italia Nostra riguarda i problemi di maggiore inquinamento ambientale che si avrebbero allungando il percorso delle navi e facendole restare in Marittima, a ridosso dei quartieri abitati.
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