I cittadini indicano il palo e la targa dell’auto

Apporto decisivo della gente nelle indagini. Il procuratore: «Dimostrazione di fiducia nell’Arma»
Interpress/Mazzega Scattolin Venezia, 07.03.2015.- Conf.Stampa Carabinieri Venezia.- Smantellato gruppo criminale dedito asaalti in gioiellerie.- Nella foto da sx il Ten.Col. Giovanni Occhioni, il Proc.Adelchi D'Ippolito ed il Col. Sulpizi
Interpress/Mazzega Scattolin Venezia, 07.03.2015.- Conf.Stampa Carabinieri Venezia.- Smantellato gruppo criminale dedito asaalti in gioiellerie.- Nella foto da sx il Ten.Col. Giovanni Occhioni, il Proc.Adelchi D'Ippolito ed il Col. Sulpizi

STRA. «Scusi, sa indicarmi dov’è il centro di dialisi?». La domanda posta da Samantha Sarcina quel sabato mattina ha insospettito una donna di Stra che l’ha tenuta sotto controllo per un po’, fino a imprimersi nella memoria il volto. Così come agli occhi di altri due residenti in paese sono sembrati sospetti quei tre uomini che, con le sacche sportive - di quelle che si usano per andare in palestra - procedevano a passo spedito verso l’auto. Tanto che uno dei due è riuscito anche a fotografare parte della targa - mancava un solo numero - e pure la fiancata. Elementi fondamentale per le indagini, come hanno voluto rimarcare ieri il procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito e i vertici dell’Arma dei carabinieri, rappresentata da Enrico Sulpizi, comandante provinciale, Giovanni Occhioni, a capo del Reparto operativo, Carmelo Graci del nucleo investigativo, e Angelo De Marco, comandante della stazione di Stra. «La collaborazione delle persone è stata di grande utilità per queste indagini», ha spiegato D’Ippolito, «ed è la dimostrazione della fiducia delle persone nei confronti delle forze dell’ordine, in questo caso i carabinieri». Avere il numero della targa ha permesso infatti ai carabinieri veneziani di essere la sera stessa praticamente sotto casa dei rapinatori. «Sono cittadini che non si sono voltati dall’altra parte, come spesso può accadere», aggiunge, «ma che hanno fatto la loro parte». La decisione di procedere con l’arresto - richiesto dal pm Massimo Michielozzi, titolare dell’indagine - è scattata non solo perché ormai c’erano le prove relativamente al colpo di Stra, ma soprattutto perché, come ha spiegato il maggiore Graci, «altri colpi erano in avanzata fase di progettazione: se non li avessimo arrestati sabato avrebbero colpito di nuovo in una gioielleria del Bergamasco». (f.fur.)

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