«I cartelloni sulla chiesa della Pietà servono per finanziare i restauri»

«Se l’architetto ha una ricetta diversa per finanziare i restauri senza coprire la facciata di maxipubblicità ce la dica. Noi toglieremo volentieri quei cartelloni». Maria Laura Faccini, presidente...
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 21.08.2017.- Pubblicità MaxMara. Facciata Chiesa della Pietà.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 21.08.2017.- Pubblicità MaxMara. Facciata Chiesa della Pietà.
«Se l’architetto ha una ricetta diversa per finanziare i restauri senza coprire la facciata di maxipubblicità ce la dica. Noi toglieremo volentieri quei cartelloni». Maria Laura Faccini, presidente dell’Istituto della Pietà, non ci sta a stare sul banco degli accusati. Marco Zanetti, professionista veneziano ed esponente della civica “Venezia Cambia” ha riacceso le polemiche sui mega cartelloni affissi sulle impalcature. Nello specifico, la pubblicità della collezione Max Mara che occupa l’intera facciata della chiesa di Santa Maria della Pietà, visibile dall’area marciana e da tutto il bacino di San Marco.


«Quei cartelloni fanno parte di un piano preciso e approvato dal Consiglio del nostro Istituto», dice la presidente, «in totale un milione e mezzo di restauri che dobbiamo finanziare con contributi privati e sponsor». Gli ultimi interventi riguardano il restauro di un prezioso affresco del Tiepolo. Ma anche le murature dell’ingresso laterale e la stessa imponente facciata. Tre anni fa, spiega la presidente, era stata firmata una convenzione con la società Remedia International Limited e con la Gerso Restauro Opere d’Arte srl, per raccogliere una serie di sponsorizzazioni. «Nulla di strano dunque», continua la presidente, «che finché i restauri non si concludono – e visto il calo dei fondi a disposizione i tempi si allungano – i cartelli rimangano esposti». Quanto alla qualità, Faccini ricorda che «sono stati scartati molti soggetti ritenuti poco conformi al decoro». E che la decisione viene presa in modo autonomo dalla Pietà, proprietaria della Chiesa e poi sottoposta al vaglio della Soprintendenza.


«Non si capisce», dice, «il motivo di una polemica su un’attività che punta a raccogliere fondi per i restauri». Zanetti, da parte sua, rincara la dose. E ricorda come le pubblicità «fuori scala» non facciano bene a Venezia e al suo delicato contesto. Una battaglia delle associazioni c’era stata qualche anno fa contro i maxi cartelloni a San Marco. Anche allora opinioni contrapposte. «Che male c’è a esporre pubblicità provvisorie se così si possono restaurare i monumenti?».


Adesso tocca alla Pietà. Istituto autonomo che possiede la Chiesa e l’Istituto per l’Infanzia abbandonata, ma anche beni immobili affittati a un vicino albergo e a un bar, la Casa per ferie restaurata una decina di anni fa che ospita in stanzette spartane ma a prezzi modici studiosi e comitive di pellegrini.
(a.v.)


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