I camping protestano per la tassa
SOTTOMARINA. Slitta a tempo indefinito la “nuova” tassa di soggiorno e gli imprenditori turistici insorgono. I più arrabbianti sono quelli di Cisa Camping che rischiano, dicono, «di essere messi fuori mercato».
«Il sindaco» dice il presidente Luciano Serafini, «ci ha comunicato che la revisione delle tariffe della tassa potrà essere operativa solo con l'approvazione del bilancio di previsione 2013. Il termine di legge per questo bilancio è il 30 giugno, ma c'è il rischio, come avvenuto l'anno scorso, che slitti addirittura a ottobre. Se sarà così, la tassa di soggiorno resterà al livello del 2012 per tutta l'estate, mentre ci avevano promesso la riduzione».
Il problema, però, non è solo il mantenimento, o meno, di un impegno: è di concorrenza. «La tassa incide percentualmente molto poco su una tariffa alberghiera, ma su quella di un campeggio va dal 12 al 15% in più per i nostri clienti» continua Serafini «altre località turistiche venete non la applicano in bassa stagione o ce l'hanno con tariffe molto inferiori: 30 centesimi a persona invece degli 80 di Chioggia. Avevamo chiesto una riduzione che ci riportasse in media, per non essere penalizzati rispetto alle altre località ma, per quest'anno, pare che non cambierà nulla».
«L'anno scorso» rincara Leonardo Ranieri, del Gruppo turismo Chioggia «il 90% della tassa l'hanno pagata gli imprenditori, al posto dei loro clienti. Perché è stata introdotta a luglio, quando listini e prenotazioni erano già stati concordati. Ma quest'anno non possiamo più permettercelo, anche perché la tassa va applicata, per esempio, anche ai bimbi più piccoli che non pagano l'ospitalità e non fanno neppure presenza per le statistiche. In questa situazione i turisti sceglieranno altre destinazioni e località, che investono di più nei servizi di accoglienza, e ne saranno penalizzate le nostre aziende che, contrariamente ad altri, impiegano quasi tutto personale italiano».
Diego Degan
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