«I bambini? Non soffrono se la loro mamma lavora»

Presentato l’ultimo studio su coppie, figli e impiego preparato da Valeria Solesin La ricercatrice della Sorbona uccisa al Bataclan diceva: «Non gatti, fate i bambini»

VENEZIA. «Non comprate gatti, fate figli». È questo che avrebbe detto ancora oggi Valeria Solesin a tutte le donne indecise su cosa fare del proprio futuro. «Le sue amiche hanno detto che lo diceva sempre – ha affermato la mamma Luciana Milani, alla domanda su cosa avrebbe detto Valeria oggi sul tema della fertilità – quindi questa è proprio una citazione sua».

A quasi un anno dalla strage del Bataclan, avvenuta lo scorso 13 novembre a Parigi, la vittima italiana Valeria Solesin è stata ricordata venerdì al Circolo Pd di Cannaregio dove la mamma Luciana Milani ha illustrato lo studio della ricercatrice veneziana “Avanti ragazze, al lavoro”, sul rapporto tra donne e lavoro. Si è parlato di «Natalità, fertilità, politiche sociali, barriere culturali» con la professoressa Luciana Milani, mamma di Valeria Solesin, la demografa Fausta Ongaro, il sociologo Carlo Beraldo e la componente dell’assemblea nazionale Pd Silvia Conte.

Valeria Solesin, uccisa a 28 anni, stava svolgendo il Dottorato in demografia alla Sorbona su un tema cruciale oggi, in particolare dopo la campagna per la fertilità (molto discussa) lanciata dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. I dati raccolti dalla giovane riguardano una ricerca, svolta tra Italia e Francia, che dimostra come il problema sia in prevalenza culturale. La ricercatrice si domanda: «Un bambino soffre se la mamma lavora fuori casa?». In Francia l’80% dice no, ma in Italia il 76% dice di sì. E ancora: «Una madre che lavora può avere un buon rapporto con i propri figli?» In Francia il 60% risponde di sì, in Italia solo il 19% e molti altri. «Mia figlia si stava occupando di questo tema – ha detto la mamma, senza fare nessun riferimento all’accaduto – e la ricerca integrale si può vedere su NeoDomos». Nell’incontro quello che è emerso è che in Italia i giovani vogliono figli, ma non sono nelle condizioni di farli. I dati emersi sono scoraggianti e dipendono in gran parte dal contesto culturale, ma anche dei servizi che non sembrano agevolare le coppie. In Europa, come ha illustrato Ongaro, l’Italia è tra gli ultimi Paesi per tasso di nascite, insieme a Spagna e Portogallo, mentre ai primi posti troviamo Francia, Inghilterra e Irlanda. Non aiuta nemmeno la popolazione migrante che si stabilisce nel nostra Paese, dato che solo il 21% ha un solo genitore straniero (italiane 1,27 figli e straniere 1,97). I motivi a monte sono tanti ma, come ha sottolineato Conte, il lavoro è il fattore principale (donne che devono firmare il contratto dichiarando che non vogliono figli o che vengono allontanate dopo il parto), tanto che in alcuni Paesi certe aziende hanno introdotto la «Carta per l’equilibrio dei tempi della vita» che per esempio vieta le riunione prima delle nove e dopo le 18 o di mandare sms o email fuori dall’orario dell’ufficio e durante i weekend. All’incontro è seguito un acceso dibattito che ha sollevato tanti questioni che verranno sicuramente riprese dall’attivissimo circolo, ieri rappresentato da Marina Rodinò.

Vera Mantengoli

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