I 500 anni del Ghetto, invitato Mattarella

La comunità ebraica confida nella presenza del Presidente della Repubblica in occasione del concerto alla Fenice
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione dell'incontro con i Rettori della "Venice Internationale University", nel ventesimo anniversario di fondazione, Roma, 30 ottobre 2015 ANSA/ PAOLO GIANDOTTI - UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE PRESIDENZA REPUBBLICA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione dell'incontro con i Rettori della "Venice Internationale University", nel ventesimo anniversario di fondazione, Roma, 30 ottobre 2015 ANSA/ PAOLO GIANDOTTI - UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE PRESIDENZA REPUBBLICA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Anche se che l’agenda presidenziale pare sia troppo affollata per riuscirci ad infilare un nuovo viaggio a Venezia, un “no” definitivo dal Quirinale non è ancora arrivato all’invito della Comunità ebraica veneziana: sarebbe la terza volta di Sergio Mattarella a Venezia da capo dello Stato, dopo la Mostra del Cinema e i funerali di Stato di Valeria Solesin.

L’appuntamento è quello del 29 marzo quando prenderanno il via le “memorie” per i 500 anni del Ghetto di Venezia, occasione di conoscenza e riflessione collettiva. Ma - di questi tempi bui - anche di massima mobilitazione dell’apparato di sicurezza, tanto che i sopralluoghi sono già iniziati. O, meglio, mai finiti dopo la mobilitazione di forze dell’ordine per il vertice Renzi-Hollande a palazzo Ducale. Lo staff presidenziale ha fatto informalmente sapere alla Questura che gli impegni già in agenda non permettono al presidente Mattarella di accogliere l’invito: ma il “Mi dispiace, non posso” non è ancora stato formalizzato alla Comunità, testimoniando la speranza di poterci essere al concerto alla Fenice che aprirà ufficialmente il calendario dei 500 anni del Ghetto. In palco reale siederanno di certo la presidente della Camera Laura Boldrini e la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi, insieme al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. Serata inaugurale organizzata in collaborazione con l’Unione delle comunità ebraiche italiane, il World Jewish Congress e l’Associazione europea per la conservazione e la promozione della cultura e del patrimonio ebraico. «L’evento», spiegano gli organizzatori, «intende rimarcare il valore globale del cinquecentenario: non un festeggiamento, ma un momento di riflessione e di celebrazione della libertà oltre i muri».

Dopo la prolusione dello storico britannico Simon Schama, il maestro Omer Wellber dirigerà l’orchestra della Fenice nella Sinfonia n. 1 in Re maggiore di Gustav Mahler. Nessun biglietto in vendita, per una serata ad inviti: ma si può provare a richiedere uno dei biglietti omaggio, scrivendo a info@veniceghetto500.org.

Il 29 marzo 1516, sotto il dogado di Leonardo Loredan, il Senato veneziano decretò che tutti “li giudei debbano abitar unidi” in una zona recintata e sorvegliata della città: nasceva il primo ghetto ebraico, il cui nome (è la tesi più accreditata) deriva dal “getto” delle fonderie che qui si trovavano. Una parola che in tutto il mondo è diventata sinonimo di segregazione e, talvolta, degrado. Ma la storia degli ebrei veneziani è ricca di cultura e relazioni con la città e il mondo, che saranno ricostruiti in una grande mostra a Palazzo Ducale, “Venezia, gli ebrei e l’Europa. 1516-2016”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Musei Civici e che aprirà a metà giugno. (r.d.r.)

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