I 50 anni dell’istituto agrario Lorenz di Mirano. «L’agricoltura ha un futuro»

MIRANO. Oggi si monitorano i campi con i droni. Cambiano le cose in 50 anni: si evolvono le tecniche, gli strumenti e gli obiettivi. In occasione dei 50 anni dalla sua fondazione, l’istituto agrario K. Lorenz ha ripercorso le tappe della sua storia, dei cambiamenti vissuti dalla scuola e dal settore dell’agricoltura in genere.
Ieri, nell’auditorium Trevisan all’interno della cittadella scolastica di Mirano, si è tenuto un convegno che ha visto gli interventi di esperti del settore, ex dirigenti ed ex alunni. Una giornata di festa che ha consentito agli studenti di conoscere la storia dell’istituto e di aprire una serie di finestre sulle prospettive future.
Il convegno è cominciato alle 9, con la lettura di una lettera inviata dal governatore Zaia che ha voluto fare i suoi auguri alla scuola sottolineando come l’agricoltura sia uno dei settori fondamentali dell’economia del Veneto. Tanti gli interventi fino alle 13. I primi a parlare sono stati Francesco Guarnieri e Vincenzo Guanci, ex dirigenti della scuola che hanno raccontato la nascita dell’Istituto e i cambiamenti che lo hanno interessato. Era il 1965 quando a Peseggia di Scorzè venne aperta una piccola sezione dell’Istituto Agrario di Castelfranco Veneto. Tre anni dopo, grazie alla volontà e l’impegno del dottor Guarnieri, la sede venne trasferita in Villa Bianchini a Zianigo. Gli alunni iniziarono a sperimentare il modello francese dell’alternanza scuola-lavoro con una variante: il tirocinio veniva svolto nell’azienda di famiglia. L’esperienza si concluse nel ’74 con la chiusura del convitto. Le lezioni però continuarono al piano superiore della Barchessa della villa.

Tanti i cambiamenti negli anni. Nell’89 l’istituto diventa autonomo con il nome di K. Lorenz. Nel 2004 aderisce alla rete degli istituti agrari: inizia il corso per tecnico agrario e viene aperta l’azienda agraria nel bosco del Parauro. Nel 2013 l’istituto si unisce all’Its 8 Marzo. Ma ieri più che al passato si è guardato al futuro. Particolarmente apprezzato l’intervento di Alessio Cecchinato, ex studente dell’istituto e oggi professore associato di zootecnica generale e miglioramento genetico all’università di Padova che ha esposto le ultime frontiere e le innovazioni che interessano l’allevamento dei bovini da latte. Poi tanti altri interventi: dal presidente della strada del radicchio Natalino Salviato che ha parlato di turismo legato all’agricoltura, al presidente della rete delle Scuole Agrarie del Triveneto Ezio Busetto che ha sottolineato l’importanza della formazione in un settore che richiede sempre più competenze.
«Oggi sono stati presentati i vari stakeholders con cui la scuola è in contatto come le associazioni di categoria, le università e la strada del radicchio», spiega Roberta Gasparini, dirigente scolastico dell’Istituto 8 marzo – Lorenz. «Proponiamo tanti progetti innovativi, come l’agricoltura di precisione e il progetto Bionet che tutela la biodiversità. Gli sbocchi di lavoro sono tanti. Nell’agriturismo ci sono molte aziende che non portano all’utenza solo il loro prodotto ma il valore dell’agriturismo organizzando visite sul territorio».
Un sogno per il futuro? «Un sogno nel cassetto sarebbe fare, almeno a livello progettuale, un agriturismo, visto che la scuola ha tutte le competenze che servono: dalla parte del progetto con i geometri, a quella del business plan con gli amministratori, fino alla realizzazione vera e propria con gli agrari e la promozione con il turistico. Sarebbe bello realizzare uno studio di fattibilità lavorando su un casolare fatiscente magari di proprietà di un ente pubblico».
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