I 28 migranti non fanno più paura

Portogruaro. In cento all’incontro in parrocchia dove sono state raccontate le loro storie personali
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA DEI NUOVI MIGRANTI DI VIA S. GIACOMO - AL TAVOLO DA SX DON ANDREA PARROCO , SONCIN ROBERTO, DON DAVIDE DIRETTORE DELLA CARITAS DIOCESANA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA DEI NUOVI MIGRANTI DI VIA S. GIACOMO - AL TAVOLO DA SX DON ANDREA PARROCO , SONCIN ROBERTO, DON DAVIDE DIRETTORE DELLA CARITAS DIOCESANA
PORTOGRUARO. Cento persone hanno partecipato martedì sera all’incontro con i 28 richiedenti asilo ospitati nelle ex case militari di via San Giacomo, organizzato da Caritas, Associazione Migranti onlus, nella parrocchia della Beata Maria Vergine Regina.


Le loro storie, i loro racconti, sono stati illustrati dal portavoce di Noi Migranti, Roberto Soncin, da don Davide Corba della Caritas diocesana e da don Andrea Ruzzene, sacerdote della parrocchia. Alcuni dei presenti hanno vinto i propri pregiudizi, altri restano non favorevoli alla loro presenza. Presenti diversi esponenti del centrosinistra, come il consigliere comunale del Pd, Irina Drigo ma nessuno del centrodestra. In sala c’erano esponenti legati a Forza Nuova che hanno appoggiato il sindaco Senatore due anni fa alle elezioni. Alcuni hanno contestato la presenza dei richiedenti asilo per la possibile perdita di valore delle abitazioni che si trovano in via San Giacomo. Tesi smontata da portavoce di Noi Migranti Roberto Soncin: «I migranti», ha detto, «hanno invece spinto il mercato immobiliare in positivo. Le persone anziane affittano a prezzi di mercato e con contratti brevi le proprie abitazioni alle cooperative. A San Michele i rifugiati ci sono da 30 anni e nessuno si è mai lamentato. Grazie all’emergenza si sta rimettendo in moto il mercato del lavoro». Il riferimento ai rifugiati di San Michele ha permesso a Soncin di fare un excursus delle emergenze che si sono succedute fin dagli anni ’90. «La stessa diffidenza si nutriva nel 1991 durante la guerra in Jugoslavia o subito dopo la caduta del muro. Kosovari e albanesi si sono però perfettamente integrati e i bambini di allora oggi sono tra gli studenti più bravi. Nessuno merita diffidenza. Ho visto persone turbate per l’arrivo dei migranti. Dobbiamo costruire i presupposti di una convivenza pacifica. Queste persone non sono clandestine, perché non arrivano di nascosto».


Tra i richiedenti asilo di via San Giacomo c’era anche un 23enne, Julius, che ha racontato la sua storia. «Sono fuggito dalla Nigeria perché sono un oppositore politico. Lì, se hai delle idee diverse, ti ammazzano». Basterebbe ascoltare una delle storie di questi ragazzi per comprendere che, in fondo, Portogruaro rappresenta le loro speranza.


Rosario Padovano


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