Hotel Bella Venezia, mezzo milione di debiti con Cazzavillan. Rinviato lo sfratto dei gestori
Ufficiali giudiziari in calle dei Fabbri per il rilascio dell’immobile di Lino Cazzavillan. La gestione Heredia deve alla proprietà 500 mila euro per due anni di affitti non pagati
VENEZIA. Mezzo milione di affitti arretrati da pagare. Quasi due anni e mezzo senza versare un euro. Il contenzioso tra l’imprenditore Lino Cazzavillan, proprietario dell’hotel Bella Venezia e l’inquilino moroso è finito così in Tribunale e dal Tribunale è ritornato in calle dei Fabbri dove, ieri mattina, si sono presentati gli ufficiali giudiziari per ottenere il rilascio dell’immobile. Lo sfratto è stato quindi rinviato all’8 marzo, questa volta – se necessario – con la forza pubblica.
Ancora non c’è la parola fine a una vicenda che, pur frequente in caso di locazioni di appartamenti, appare più singolare nel caso di un albergo, non di lusso, ma in ottima posizione tra Rialto e Piazza San Marco, dotato di 24 camere, in stile veneziano.
La vicenda inizia nel 2019 quando la Regione, proprietaria dell’albergo, dopo alcune aste andate deserte, vende il “Bella Venezia” a trattativa diretta a Lino Cazzavillan, già proprietario dell’hotel Cavalletto in Bacino Orseolo e altre strutture ricettive in centro storico.
Quello che sembra un buon affare, tuttavia, si rivela irto di difficoltà. La società Heredia, che gestisce l’albergo, inizia infatti a non pagare il canone: circa 20 mila euro al mese. Il giudice Paolo Filippone della prima sezione civile, accogliendo la richiesta presentata dall’avvocatessa Alessandra Zavagno per conto di Cazzavillan, aveva quindi ordinato il rilascio dell’hotel, con restituzione dell’immobile al proprietario, valutando la «gravità dell’inadempimento» del gestore.
Il gestore dell’hotel, dal canto suo, davanti al Tribunale non aveva contestato il mancato pagamento del canone, ma si era opposto alla richiesta di rilascio, adducendo come motivazione il fatto che la proprietà non aveva proceduto alla rinegoziazione del canone, a fronte di una serie di spese sostenute per lavori di ristrutturazione dell’edificio invocando la sospensione o una riduzione del canone a seguito dell’aqua granda del novembre 2019 e della crisi dovuta all’emergenza sanitaria che aveva svuotato la città di turisti.
Il giudice non aveva però accolto le istanze presentate da Heredia, facendo anche riferimento al decreto ingiuntivo chiesto e ottenuto da Cazzavillan. «Non si tratta di persone bisognose, ma di chi si sta approfittando della situazione: è dall’ottobre del 2019 che l’inquilino non paga l’affitto», spiega il rappresentante di Lino Cazzavillan.
L’inquilino preferisce invece non commentare, ma rimane convinto che la richiesta di pagamento sia dovuta solo perché, per cause di forza maggiore, gli è stato impossibile contestarla a tempo debito.
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