Hotel a Jesolo, chiusure anticipate e aperture autunnali a rischio
Bollette e problemi di personale: trenta le strutture autorizzate, ma poche apriranno. Ecco cosa sta succedendo
JESOLO. Alberghi chiusi in anticipo, ben prima di fine stagione. E per l’inverno, molti di quelli con licenza annuale non apriranno.
Potrebbe essere il primo inverno, dopo vent’anni, con quasi tutti gli alberghi chiusi a Jesolo che era la sola località turistica sulla costa veneziana garantiva ospitalità per tutta la stagione.
Le prospettive per il lido di Jesolo sono queste alla luce degli aumenti delle bollette e dei costi delle imprese turistiche che rischiano di veder sfumare i guadagni nonostante la domanda in crescita.
La tradizionale fine stagione, che da metà settembre si stava spostando addirittura fino ai primi di ottobre sarà anticipata da diversi albergatori che tra le difficoltà nel reperire e pagare il personale e i costi triplicati dell’energia stanno pensando di chiudere i battenti prima del previsto.
Addirittura ai primi di settembre potrebbero esserci i primi alberghi che si preparano alla chiusura. Ma il vero problema è che dei 30 alberghi con licenza annuale, quest’anno potrebbe aprire solo la metà, se non ancora meno.
C’è la fondata paura che con questi chiari di luna non aprano proprio nella stagione invernale. Altro che allungamento stagionale a ottobre e fino a cinquanta alberghi aperti durante l’inverno.
Se la stagione estiva è andata bene per la domanda in costante crescita, sono i costi a creare problemi nei bilanci delle imprese gravate dalle spese energetiche di energia elettrica e gas.
L’assessore al Turismo, Alberto Maschio, che fino a pochi mesi fa era anche presidente dell’Aja, associazione jesolana albergatori, è preoccupato per il futuro.
«La stagione è stata un successo», premette, «molti sono davvero contenti e si prevedono dati migliori del 2019 pre covid in termini di presenze, ma certo i costi sono triplicati. Prima le difficoltà nel reperire personale, adesso i costi eccessivi. La diretta conseguenza è che si accorcerà la stagione e molti chiuderanno prima anche della metà di settembre. Purtroppo la guerra e la lievitazione dei costi energetici non erano attesi e sono stati una vera mazzata sulle nostre attività».
Aggiungiamo che anche le famiglie probabilmente dovranno affrontare la crisi a settembre. Prima dell’inizio delle scuole molti italiani arrivavano a settembre in spiaggia, ma adesso la paura di quello che potrà accadere quest’inverno li sta frenando. Molti verranno solo qualche fine settimana o rinunceranno del tutto.
«Con queste indicazioni», aggiunge l’assessore al Turismo Alberto Maschio, «è chiaro che ci sia molta paura per il futuro e tanti albergatori non solo stanno pensando di chiudere anticipatamente, ma non apriranno d’inverno. Se questi saranno i costi dell’energia non riusciranno ad aprire neppure i trenta alberghi con licenza annuale e certo non se ne aggiungeranno altri di nuovi».
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