«Ho soffocato mia suocera», fermata

Cinquantasettenne confessa e aggiunge di aver tentato di uccidere la figlia disabile. Per l’avvocato va curata, non reclusa

di Giorgio Cecchetti

SPINEA

Prima ha tentato il suicidio, ma l’hanno salvata e ricoverata per poco più di una settimana perchè era in stato confusionale e per timore che ci riprovasse. Quando l’hanno rimandata a casa a Spinea, due giorni fa, ha deciso di raccontare tutto, di liberarsi la coscienza: davanti ai carabinieri si è accusata dell’omicidio della suocera e anche di aver tentato di uccidere la figlia. I militari dell’Arma di Mestre l’hanno fermata, non potevano arrestarla perchè i fatti si riferiscono a alcuni mesi fa per il primo episodio e ad alcuni giorni fa per il secondo, e ieri il pubblico ministero Lucia D’Alessandro ne ha chiesto la convalida. Il giudice veneziano Roberta Marchiori ha fissato per stamane l’interrogatorio della 57enne M.C., che è difesa dall’avvocato Luciano Faraon. Il magistrato dovrà valutare se i riscontri sulla versione dei fatti fornita dalla donna che nel giro di poche ore gli investigatori hanno potuto rintracciare siano sufficienti a tenerla in carcere. Il racconto la donna l’ha reso al pubblico ministero nella tarda serata e nella notte tra martedì e mercoledì, dunque, i carabinieri hanno avuto soltanto ieri per trovare prove ed indizi.

L’avvocato Faraon non vuole rilasciare dichiarazioni, ma fa già capire quale sarà la sua linea di difesa: M.C. va curata più che rinchiusa in una cella, anche se del carcere della Giudecca, uno dei più umani del nostro Paese. Già oggi, il legale, che già si è occupato della donna nel 2007 chiedendo un incidente probatorio sul suo stato di salute senza ottenerlo, punta a dimostrare che si tratta di una persona che non può essere processata a causa della sua condizioni di salute, sia fisiche sia mentali. Come riportiamo nell’articolo accanto, poco più di un anno fa, la stessa M.C. aveva rilasciato un’intervista a la Nuova, in cui chiedeva di essere aiutata, di essere operata per poter tornare a vivere normalmente.

Stando al suo racconto - ma la confessione non basta per tenerla in carcere perchè sono necessarie prove certe di ciò che afferma - la suocera di 92 anni l’avrebbe lentamente soffocata nel luglio dello scorso anno senza alcuna fatica e apparentemente senza segni di violenza, tanto che il medico, arrivato il casa per controllare il decesso, aveva firmato il certificato di morte scrivendo che si trattava di un decesso naturale, di un arresto cardiaco causato dall’età avanzata. Mentre il tentativo di eliminare la figlia gravemente menomata sarebbe avvenuto una decina di giorni fa, sempre in casa. Un’accusa, quest’ultima, che già era scattata nel 2007, per poi essere archiviata. E proprio in quell’occasione il suo difensore, l’avvocato Faraon, aveva chiesto - senza ottenerlo - un incidente probatorio sulle condizioni di salute dell’indagata.

Oltre che con la figlia, M.C. vive con il marito e, dopo questo ulteriore tentativo era stata ricoverata. Ma quando è stata dimessa ha deciso di liberarsi la coscienza e di parlare con i carabinieri e il pubblico ministero.

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